capture 036 22082021 185229Non solo aggressioni, intimidazioni, minacce. I talebani in Afghanistan starebbero rapendo i figli di chi partecipa alla resistenza, circa 6.000 ex militari dell'esercito regolare o semplici civili in armi nella regione a nord di Kabul. Lo riferiscono, spiega Tgcom24, Khair Mohammad Khairkhwa, ex capo dell'intelligence nella provincia di Balkh, Abdul Ahmad Dadgar, altro leader della rivolta, e due funzionari coperti dall'anonimato. La caccia all'uomo scatenata dai talebani dopo la presa del potere lo scorso Ferragosto, che sta andando avanti nonostante a parole ogni giorno arrivino promesse "distensive" (per dirla con Giuseppe Conte) da parte dei fondamentalisti islamici, non riguarda dunque solo i cosiddetti collaborazionisti, civili e militari che lavoravano fianco a fianco con il governo deposto e i militari occidentali prima del precipitoso e drammatico ritiro organizzato dal presidente americano Biden

"I combattenti talebani - spiegano i 4 testimoni - hanno attaccato le case, bruciandole, mentre portavano via i bambini" dei partigiani che si riconoscono nella leadership di Ahmad Massoud, figlio del leone del Panjshir. La resistenza ha strappato ai talebani diversi distretti rurali nella provincia di Baghlan, circa 120 chilometri a nord di Kabul. A sorpresa, però, è lo stesso Massoud a prospettare uno scenario politico che nelle sue intenzioni porrebbe fine alla guerra civile.  



"Sono pronto a formare un governo inclusivo con i talebani attraverso negoziati politici, un governo estremista in Afghanistan è inaccettabile", è la sua offerta al nemico, in una intervista a al-Sharq Al-Awsat. "Siamo pronti a parlare con i talebani, siamo già in contatto e i nostri rappresentanti si sono incontrati più volte. Anche noi siamo musulmani, anche noi vogliamo la pace, quindi lavoriamo insieme, però il movimento vuole imporre con le armi cose che noi non accetteremo. Se vogliono la pace, e ci parlano e lavorano con noi, siamo tutti gli afghani e ci sarà la pace". Per l'Afghanistan prospetta un futuro da confederazione: "Non ha mai avuto un forte sistema centralizzato. In questo ha fallito per più di 100 anni ed è stato dimostrato che la soluzione migliore è il decentramento e l'empowerment regionale senza danneggiare l'integrità territoriale. L'Afghanistan è una nazione, ma non deve essere gestito da una città, poiché è come la Svizzera, ha nazionalità e lingue diverse".

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