capture 008 08092021 105439Viterbo, 7 set — I camper del tristemente famoso rave party di Valentano furono scortati dalle forze dell’ordine la sera stessa del loro insediamento nella tenuta di Piero Camilli, occupata successivamente per 5 giorni e 5 notti da circa ottomila persone provenienti da tutta Europa. Lo rivela oggi La Verità.

Gli uomini della Lamorgese avrebbero quindi intercettato i mezzi che il 13 agosto si stavano dirigendo verso il campo di Valentano «ma da Roma arrivò l’ordine di monitorare il traffico e non di bloccarlo». In tempo di gravi ed arbitrarie restrizioni delle libertà degli italiani, il Viminale ha quindi consentito che quasi diecimila persone occupassero abusivamente una proprietà privata, spacciando fiumi di droga, lasciando che un 24enne morisse annegato e permettendo che due ragazze — o forse più — venissero stuprate.

Rave di Valentano, lo scoop che inchioda il Viminale

Nelle due pagine di inchiesta sono riportate le trasmissioni avvenute tra le forze dell’ordine a cavallo del 13 e 14 agosto. Tutto parte da una nota della prefettura di Viterbo sul tavolo di Bruno Frattasi, capo di gabinetto del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Intercettata la nota prefettizia, la Verità ha appreso che il rave di Valentano non è iniziato dal nulla come si vuole far credere. Le mosse delle tribe — italiane e francesi per lo più — organizzatrici del party erano monitorate, e qualcuno tra le forze dell’ordine aveva chiesto il blocco della carovana di mezzi che si stava dirigendo verso la tenuta Camilli. Ma i militari si erano sentiti rispondere da Roma che la direttiva era quella di «monitorare il traffico e non di bloccarlo».

Ad aggravare la situazione è stata la tempistica: il rave di Valentano si è svolto a cavallo tra il 13 e il 19 agosto: periodo di ferie e infatti nelle rispettive sedi non c’erano né i questori di Grosseto (Matteo Ponziani) e Viterbo (Giancarlo Sant’Elia), né il prefetto di Grosseto, Paola Berardino, moglie del prefetto di Roma Matteo Piantedosi.

«Il rave di Valentano è stato possibile grazie alla scorta della forza pubblica. Sì, anche se la notizia è di quelle da non credere. Al gruppo di drogati che ha assaltato l’oasi, ha occupato una proprietà privata, devastato terreni, ucciso animali, ballato e sballato per giorni, è stato offerto l’accompagnamento dei mezzi di polizia», scrive il direttore della Verità Maurizio Belpietro nel suo editoriale di stamattina. «Come è successo che migliaia di persone sono transitate senza che nessuno, tra le forze dell’ordine, si sia accorto di ciò che stava succedendo? In altri Paesi, lo hanno raccontato ai cronisti alcuni degli stessi organizzatori, è bastato l’arrivo di un certo numero di camper per metter fine all’assembramento, soprattutto in un periodo in cui il distanziamento è raccomandato. In Francia, Grecia e Spagna appena i primi “fattoni” hanno provato a piantare le tende sono stati fatti sgomberare in fretta».

di Cristina Gauri per www.ilprimatonazionale.it