Il Parlamento Ue chiede si fermare la “Mattanza” degli animali da laboratrio: nell’Unione europea, nel 2017, circa 12 milioni di animali sono stati allevati e uccisi nell’ambito di sperimentazioni scientifiche.
Parlamento Ue, verso lo stop agli animali da laboratorio
Una risoluzione votata a stragrande maggioranza nell’Aula di Strasburgo, invita la Commissione e Stati membri a “accelerare la transizione verso un sistema di ricerca che non utilizzi animali”. I deputati europei chiedono un piano d’azione a livello europeo, con obiettivi ambiziosi sì ma realizzabili, e anche scadenze precise per l’eliminazione graduale dell’uso di “cavie” da laboratorio nella ricerca e nella sperimentazione. Il parlamento Ue vuole ridurre, perfezionare e sostituire le procedure sugli animali vivi per scopi scientifici, non appena “scientificamente possibile”. Senza, per questo, abbassare il livello di protezione della salute umana e dell’ambiente.
Finanziamenti per smettere di usare gli animali
Il Parlamento Ue propone anche di mettere a disposizione finanziamenti sufficienti a medio e lungo termine per garantire lo sviluppo di metodi sperimentazione alternativi che non contemplino vittime “viventi” in laboratorio. Aanche attraverso maggiori finanziamenti nell’ambito di Orizzonte Europa, il fondo Ue a sostegno della ricerca. I deputati europei affermano che scienziati, ricercatori e tecnici devono essere formati all’utilizzo di modelli avanzati che non contemplino gli animali
Ci sono ancora molti studi da fare…
Il Parlamento, inoltre, riconosce che i precedenti test sugli animali da laboratorio hanno contribuito alla ricerca e ai progressi medici, non da ultimo i vaccini sicuri, ivi compresi i vaccini Covid-19. Secondo il parlamento Ue, esistono ancora molti casi in cui sono ancora necessari esperimenti sulle bestiole da laboratorio per ottenere informazioni scientifiche. Ma, sottolineano i deputati, questi regimi di test devono aver luogo solo nel caso in cui gli animali debbano subire un dolore minimo o comunque ridotto perché la loro sofferenza non sia immane.
di Ilaria Paoletti per www.ilprimatonazionale.it