capture 087 19092021 161300Il monopensiero correct colpisce pure i profumi. Per l’esattezza le etichette con le diciture che identificano le fragranze ‘per uomo’ o ‘per donna’. Bandite d’un tratto, stracciate perché non più in linea con la fluidità gender, la sola contemplabile, la sola ammissibile in particolare nel mondo dello spettacolo e della moda. Via dunque l’esaltazione dell’uomo che non deve chiedere mai, vade retro fascino e grazia femminili, i profumi devono essere unicamente genderless. Dunque niente etichetta che ne consigli l’utilizzo all’uomo anziché alla donna.

Così bandiscono le diciture “uomo” e “donna” dai profumi

E’ quanto emerso dall’appuntamento mondiale Fragranze, fiera della profumeria artistica che si sta svolgendo in questi giorni a Firenze e a cui partecipano 140 marchi internazionali. Tra questi c’è ad esempio il brand 19-69, del fotografo e designer Johan Bergelin, che spiega così la sua scelta di togliere il genere dalle etichette dei profumi prodotti. “L’anno del 1969 rappresenta un’era di libertà, tolleranza e controcultura”. E cosa c’entra con il genderless? Nulla, ma fa cool citarlo. Stessa decisione di Atelier Oblique che opta per fragranze prive di genere. Mentre Heeley Parfums introduce profumi, realizzati dal profumiere e designer inglese James Heeley, pensati sia per lui che per lei.

 

Unisex o senza sex?

Un altro brand che ha deciso di buttarsi sul genderless è Zadig&Voltaire. La direttrice artistica del marchio, Cecilia Bönström, spiega la scelta in un’intervista rilasciata ad Amica: “Non è nostra intenzione cancellare femminilità e mascolinità. Vogliamo, piuttosto, rappresentare l’attrazione tra un uomo e una donna, trovare un punto d’incontro”. Come dire tutto e niente, senza fornire delucidazioni comprensibili sulla svolta genderless.
C’è pure chi dice di ispirarsi a romanzi del secolo scorso per giustificare la scelta unisex, ma sarebbe meglio dire “senza sex”.

Si veda Timothy Han Edition: “Traiamo ispirazione dalla letteratura e dalla creatività dei pensatori liberi”, fa sapere la maison. Quali esattamente? Sulla strada di Jack Kerouac, celebre capolavoro degli anni Cinquanta. Cosa c’entra con il genderless? Nulla, ma citarlo fa sempre pseudo-ribellismo cool. Adesso però, visto che smalti e rossetti sono ampiamente “sdoganati” pure per gli uomini, resta l’ultimo nemico sessista da abbattere: il dopobarba. Ecco, lì si pone un problema non di poco conto, a meno che non si opti per metterlo proprio al bando.

di Alessandro Della Guglia per www.ilprimatonazionale.it