"La Cina ha mentito e si è trovata in difficoltà". Federico Rampini, storico inviato di Repubblica, svela da Nicola Porro a Quarta repubblica il peccato originale del regime comunista sul coronavirus. Pechino, spiega, subito dopo l'esplosione del contagio nel focolaio di Wuhan "ha ripreso il controllo con metodi autoritari ed ha cominciato la propaganda, ma non gli è andata così bene, l'Europa non è cascata nella rete cinese".
"La Cina - continua il giornalista, che certo non ha mai nascosto la propria inclinazione politica a sinistra - ha delle colpe grandissime e dovrebbe pagare i danni economici che ha causato, lo ha fatto per un riflesso di menzogna da regime autoritario". Un brivido sovranista correrà lungo la schiena di Nicola Zingaretti e molti colleghi. La prova della grande menzogna cinese, suggerisce, potrebbe essere quanto accaduto a Taiwan, "un'isola che i cinesi considerano una provincia ribelle". Loro, sottolinea ancora Rampini, "conoscono molto bene la Cina perchè furono scottati dalla Sars e quindi dal 31 dicembre hanno chiuso le frontiere con la Cina, perché conoscono la Cina e non si fidano". Il 31 dicembre, ufficialmente, non era ancora scoppiata alcuna epidemia. In trasmissione, il clima è da inquisizione per il presidente comunista Xi Jinping e i più alti papaveri cinesi: "Voi credete veramente che in Cina ci sono stati solo 4.000 morti? - domanda polemicamente Daniele Capezzone - Ci hanno raccontato per un mese qui in Italia che era una questione di razzismo e hanno trasformato l'Italia in un luogo di propaganda cinese!". Gli fa eco Vittorio Sgarbi: "La Cina meriterebbe di essere isolata, ma possiamo fare un embargo alla Cina? Ma basta parlare di questo virus!".