capture 122 22092021 124919Ci ha lasciati Carlo Vichi, fondatore e padrone della Mivar, la più grande azienda italiana di televisori. Una intelligenza brillante e visionaria con qualche “simpatia” scorretta.

Vichi, 98 anni da italiano visionario

Carlo Vichi si è spento serenamente nel sonno la notte scorsa all’età gagliarda di 98 anni. Nato a Montieri, in provincia di Grosseto, era cresciuto e vissuto sempre nel Milanese, dove si era trasferito da bambino con la famiglia al seguito del padre. L’ aveva decisio di avviare la sua attività con gli apparecchi elettronici, costruendo la prima radio. Poi è nata la Vichi Apparecchi Radio (Var), che costruiva a livello artigianale radio a valvole diventata poi la marca che tutti conosciamo, Mivar , l’ultima azienda a produrre televisori in Italia.

La storia della Mivar

La Mivar grazie a Vichi è stata protagonista di un boom negli Anni 60 e 70 fino ad arrivare ad avere quasi mille dipendenti. La concorrenza spietata delle imprese estere non riuscì a minare l’impresa di Vichi fino almeno agli anni ’90, quando tutti in casa avevamo ancora un suo televisore: lo stabilimento di Abbiategrasso era riuscito a produrne in un anno oltre 917 mila. Vichi, travolto dall’entusiasmo, aveva deciso di far costruire una nuova grande fabbrica di 120 mila metri quadrati che purtroppo non è mai entrata in funzione.

 

Le simpatie e la “voglia di autarchia”

Mivar ha tentato negli ultimi anni di reinventarsi coi televisori smart con android ma si era rivelato un fiasco: l’azienda ha dismesso completamente la produzione nel 2015. Vichi  era arrivato a offrire la sua nuova fabbrica gratis a chi avesse portato la produzione di elettronica di qualità in Italia, assumendo dipendenti italiani. Vichi, d’altronde non aveva mai nascosto le sue simpatie fasciste:  “In fabbrica si dice sissignore, come nell’Esercito, nessuno può venire a comandare in casa mia”, diceva. All’interno dello stabilimento di Abbiatgrasso, si dice fossero erano presenti diversi manifesti che raffiguravano Benito Mussolini.

di Ilaria Paoletti per www.ilprimatonazionale.it