Ci sono state notti migliori. «E anche notti in cui ho dormito di più e meglio». È solo, o soprattutto, questione di rabbia da smaltire. Non quella di chi non se l’aspettava. Né quella di chi non sa che la mossa della procura di Torino è un atto dovuto e tecnico, non un’iniziativa dei pm, come del resto precisa lo stesso procuratore Armando Spataro. È la rabbia di chi non ha gradito certi modi, certo toni. «C’è qualcuno che vuole speculare su questa tragedia, è questo che mi dispiace», racconta Chiara Appendino mentre attraversa a passo svelto il mercato metropolitano di Londra.  

 

Il caso vuole che i giorni in cui cade il suo primo anno di mandato (oggi) coincidano con il momento più difficile della sua esperienza da sindaca. La missione a Londra - dove l’ambasciatore Pasquale Terraciano ha organizzato un fitto programma di appuntamenti con investitori internazionali - arriva, involontariamente, al momento giusto. Dell’indagine la sindaca non parla, ovvio. Ribadisce che al momento non ha ricevuto nessun atto formale dalla procura e che - ma questo lo conferma anche Spataro - non è nemmeno stata convocata dai magistrati per essere sentita. Lancia messaggi distensivi e istituzionali: «Ho piena fiducia nel lavoro della magistratura e, come tutti i torinesi, mi auguro che sia fatta piena chiarezza su quel che è successo in piazza San Carlo». 

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Il resto è quasi una naturale conseguenza. «L’ho già detto: io e la mia amministrazione siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità. Ci mettiamo la faccia. Come sempre». Non è una risposta a chi, in particolare da destra, invoca le sue dimissioni. «Abbiamo tanto lavoro da fare per Torino, ci sono tante questioni da risolvere che nessuno per anni ha affrontato». Il lavoro dei magistrati è appena all’inizio e siamo ancora ai passaggi formali. E Appendino di commenti non ne vuole fare. «Sono serena e vado avanti. È tutto».

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dll'articolo di Andrea Rossi  per lastampa.it

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