capture 070 03102021 085820Vi ricordate? Papa Francesco disse che "il lavoro precario uccide". E il Pontefice aggiunse anche che dovrebbe essere sempre vietato, così come aveva scritto nella Evangelii Gaudium, documento programmatico del suo pontificato. E Bergoglio aveva ribadito il concetto anche in una circolare interna inviata qualche tempo fa. Eppure per la sua amministrazione l'utilizzo dell'articolo 11 del Regolamento Generale della Curia Romana – che a lungo andare determina il precariato - resta un conto ancora in sospeso.

Infatti, come riporta Il Messaggero, solo due giorni fa all'Ulsa – il Tribunale del Lavoro del piccolo stato pontificio – è stato discusso il clamoroso caso di un usciere che per quasi dieci anni è andato avanti con contratti di lavoro a tempo, rinnovati ogni dodici mesi tra un dicastero e l'altro. Salvo poi alla fine dell'ultimo contratto essere licenziato.

L'uomo, 58 anni, si è trovato improvvisamente in strada: infatti l'amministrazione della Segreteria per l'Economia non gli ha rinnovato l'impiego mettendolo di fatto nei guai. L'uomo, infatti, non solo si trova privo di contributi previdenziali ma per arrivare all'età della pensione sociale dovrà aspettare altri dieci anni. Peccato che abbia anche una famiglia da mantenere. In Vaticano alcune voci riportate sempre dal Messaggero insinuano che il contratto non gli sarebbe stato rinnovato per uno sgardo al cardinale Pell, quando serviva al dicastero dell'Economia guidato proprio dal porporato australiano.

 

Dietro alla cacciata dell'usciere, insomma, potrebbe esserci un regolamento di conti. Restano però i fatti: un 58enne licenziato dopo 10 anni di lavoro precario. E, soprattutto, restano quelle parole di Francesco sul lavoro precario che "uccide". Ma, evidentemente, non in Vaticano...

www.liberoquotidiano.it