Il curatore dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger non è stato riconfermato al vertice della Congregazione per la dottrina della fede, dicastero tra i più importanti della curia romana nonché quello a cui spettano le condanne dei preti che commettono abusi sessuali sui minori. In tal senso, ad accusare il porporato tedesco di mancata cooperazione era stata Marie Collins, la vittima di atti di pedofilia nonché colei che il Pontefice aveva nominato nella Pontificia Commissione per la tutela dei minorenni. 

 

Licenziato. Quando ieri mattina Papa Francesco lo ha ricevuto in udienza privata, il cardinale Gerhard Ludwig Müller era preparato a tutto. Bergoglio gli ha ricordato che il 2 luglio prossimo termina il suo mandato quinquennale come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e che non gli sarebbe stato rinnovato l’incarico. Il porporato è rimasto in silenzio fin quando il Papa non gli ha proposto un altro incarico a Roma, ovviamente di serie B considerando che l’ex Sant’Uffizioè il dicastero più importante della Curia romana e che Müller è il secondo successore di Joseph Ratzinger che è stato al vertice della congregazione per un quarto di secolo prima di essere eletto Papa. Si racconta che allora il porporato tedesco ha cortesemente declinato la proposta ringraziando per l’offerta che gli era stata fatta da Francesco. Molto probabilmente ora tornerà nella sua Germania, senza alcun incarico. In pensione ben cinque anni prima dell’età canonica delle dimissioni. Müller, infatti, il 31 dicembre 2017 compirà 70 anni.

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dall'articolo di Francesco Antonio Grana per ilfattoquotidiano.it

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