capture 052 01112021 105444Uno dei vantaggi della Brexit risiede nella possibilità, per la Gran Bretagna, di condurre in autonomia la propria politica commerciale. Questo senza dover rendere conto ai burocrati di Bruxelles. Il governo di Londra ha già firmato, nell’ultimo anno, intese per centinaia di miliardi di sterline. Sarebbe facile pensare che il ministero del Commercio internazionale del Regno Unito abbia raggiunto tutti gli obiettivi che si era imposto con la fuoriuscita dall’Ue. Le cose non stanno così: in cantiere c’è infatti un altro grande accordo con Nuova Zelanda, Australia e Canada. Scopo del trattato, ancora in via di definizione, è creare un’area di libero scambio tra le quattro nazioni, il cui Pil se combinato equivarrebbe a quello del terzo Paese al mondo.

L’ambiziosa strategia commerciale della Gran Bretagna dopo la Brexit si chiama Canzuk

La Gran Bretagna poche settimane fa ha già siglato un’intesa con la Nuova Zelanda per un valore di 2,3 miliardi di sterline. Questa permetterà alle aziende britanniche di esportare beni e servizi pagando il 10% in meno delle tariffe commerciali praticate attualmente. Anche con l’Australia è già in vigore un accordo commerciale. Entro il prossimo anno se ne aggiungerà poi un altro con il Canada.

 

 

L’obiettivo di ampio respiro dell’esecutivo Johnson è istituire uno spazio che prenderà, dalle iniziali delle nazioni aderenti, il nome di “Canzuk”. Un’alleanza dal valore non solo economico ma anche geopolitico, viste le possibilità di cooperazione in diverse materie.

Per quanto ambizioso nelle intenzioni, la nascita di Canzuk non sembra però essere il fine ultimo. Il governo britannico spera infatti che da questi accordi ne possa scaturire uno addirittura più in grande con l’area di libero scambio del Pacifico. Una proiezione verso l’oceano che permetterebbe alla Londra del dopo Brexit di entrare a far parte di un blocco che comprende non solo Canada, Australia e Nuova Zelanda ma anche Giappone, Cile, Brunei, Messico, Malesia, Perù, Singapore e Vietnam.

di Giuseppe De Santis per www.ilprimatonazionale.it