Ha fatto scalpore e suscitato numerose polemiche politiche la decisione del questore di Roma di emettere un Daspo o foglio di via che lo si voglia chiamare per impedire al leader dei portuali di Trieste, Stefano Puzzer, di mettere piede nella capitale per il prossimo anno. La scelta è sembrata a quasi tutti esagerata perché Puzzer era venuto a Roma da solo e in piazza del Popolo aveva messo in un angolino qualche seggiolina e un banchetto da campo con una serie di cartelli che aveva fatto sorridere. Qui un posto per Mario Draghi, qui uno per Papa Francesco, qui altri per personaggi delle istituzioni e leader del mondo che Puzzer invitava a raggiungerlo per dargli spiegazioni accurate sulle scelte fatte per green pass e piani vaccinali.
Di tutti quelli che hanno sfilato anche a muso duro nelle piazze italiane da fine estate in poi Puzzer era sembrato il no vax più mite e sicuramente non violento, oltre che ragionante. Prenderlo di mira con un provvedimento di solito adottato contro i violenti è sembrato ai più grande esagerazione, e scelta inappropriata, in grado di fare dubitare sulla libertà di dissenso in questo paese. Anche chi la pensa in modo diametralmente opposto a Puzzer ha visto in quel foglio di via benzina buona per accendere ancora di più il fuoco delle proteste e forse anche per fare alzare quelle fiammate alte e violente che le forze di pubblica sicurezza vorrebbero evitare.
In effetti quel Daspo può essere controproducente, ma porta a suo modo la firma tragicamente inconsapevole del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. Puzzer è in qualche modo vittima di quel che è accaduto in quella stessa piazza nel drammatico sabato dell'assalto alla sede della Cgil da parte di Forza Nuova, e soprattutto di quel che è accaduto nelle ore successive, con un ministro dell'Interno che ha lasciato che tutte le polemiche sulla sicurezza mancata cadessero sulle spalle della questura e della prefettura di Roma o al massimo dei vertici della Digos, senza assumersi una sola responsabilità come qualsiasi altro ministro avrebbe fatto, o pronunciare una sola parola a difesa di chi si era trovato a gestire una situazione in gran parte imprevedibile.
E' di quella totale assenza del ministro Lamorgese e di una qualsiasi direttiva di ordine pubblico che ha pagato prezzo Puzzer. Le autorità di pubblica sicurezza di Roma non erano preoccupate dei suoi tavolini o dei cartelli, anche se nessuna autorizzazione necessaria era stata chiesta prima di montare la piccola scenografia in piazza del Popolo. Ma Puzzer arrivando lì in treno e a passeggio nel centro di Roma ha convocato una manifestazione con una diretta social, e lo ha fatto anche in diretta televisiva su Tagadà, la trasmissione di La7 che seguiva il leader dei portuali triestini. E nel giro di un'ora a piazza del Popolo erano arrivate già più di mille persone, con la prospettiva di nuovi flussi entro sera visto che Puzzer aveva annunciato di volere restare lì qualche giorno e qualche notte.
Il gesto del singolo era diventato una vera e propria manifestazione, anche questa non autorizzata, e alle autorità di pubblica sicurezza è apparso subito il fantasma di quel sabato con la Lamorgese che poi avrebbe lasciato linciare loro mai fosse accaduto qualcosa. Il problema è che dei manifestanti sulla carta no-vax le forze di pubblica sicurezza conoscono assai poco, perché ci sarà pure gente comune e famiglia che non ha in testa alcun tipo di violenza. Ma è innegabile che quelle manifestazioni sono state occasione ghiotta per gruppi di estrema destra o di estrema sinistra che si infiltrano per provocare il caos e staccarsi compiendo violenze nei centri di molte città italiane. Che sia Forza nuova (ormai decimata dopo quel sabato) o centri sociali, frange anarchiche e no tav, le cronache di questi sabati sono dense di piccoli e grandi episodi di violenza.
Questo è il quadro in cui chi ha la responsabilità dell'ordine pubblico ha deciso di convocare in questura per accertamenti Puzzer trattenendolo lì ore per poi consegnare quel foglio di via- Daspo da Roma che evitava che la manifestazione si ingrossasse e divenisse più complicata da gestire. E' stato fatto in fondo quel che si imputava alla questura di non avere fatto con Giuliano Castellino e Roberto Fiore quel famoso sabato pomeriggio. Il leader dei portuali ha riconosciuto i modi urbani e civili con cui tutto è avvenuto, e non ha manco fatto particolare polemica per il Daspo, spiegando che avrebbe passato al suo avvocato il provvedimento. E in effetti il foglio di via è impugnabile, e siamo certi che Puzzer lo farà. Forse da Roma dovrà stare lontano assai meno, e non pare una tragedia visto che non era “turista” compulsivo ed abituale.