capture 011 07112021 103350Una Greta da un milione di dollari: così, immaginando un titolo sulla falsariga di uno dei vecchi film della Walt Disney, potremmo definire Greta Thunberg, l'attivista più famosa al mondo, in relazione al patrimonio che avrebbe accumulato in margine alle sue campagne, e grazie ad esse. Il condizionale è d'obbligo, perché nessun giornalista, magistrato o commercialista ha finora avuto la possibilità di verificare i conti in modo da renderli pubblici. Ma varie stime sono state fatte, a partire da quella dello scorso aprile a cura di Wealth Magnet: è una società di media globali specializzata in affari, generazione di ricchezza, investimenti, tecnologia, imprenditorialità e stile di vita. Appunto Wealth Magnet ha stimato un milione di dollari di patrimonio personale, che però sarebbe solo una componente di un giro di affari più ampio. Classe 2003, figlia di un mezzosoprano che rappresentò la Svezia all'Eurovision Song Contest del 2009 a Mosca e di un attore a sua volta figlio di un altro attore e regista che aveva recitato anche con Ingmar Bergman, Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg divenne un fenomeno globale quando di anni ne aveva appena 15, e decise di fare uno sciopero della frequenza scolastica per chiedere a governo e parlamento di Stoccolma di rispettare l'Accordo di Parigi.

 

L'ESPERTO

Determinante per il suo successo è stato l'esperto in comunicazione Ingmar Rentzhog, la cui start-up è decollata dopo l'inserimento della ragazza all'interno del Consiglio di Amministrazione e dopo una raccolta fondi che portava il nome dell'attivista. Firmati da lei sono uscito poi tre libri, due scritti assieme ai genitori e uno che raccoglie i suoi discorsi. Ma il suo nome compare in varie altre pubblicazioni miscellanee, dove il suo nome è messo assieme di altri vip, da Naomi Klein al Dalai Lama. In particolare è diventato un best-seller quello tradotto in italiano col titolo La nostra casa è in fiamme, che è un misto tra manifesto ecologista e autobiografia. Oltre a ciò nel 2020 è uscito il film Io sono Greta, che malgrado fosse solo un documentario e malgrado il lockdown ha incassato al botteghino 360.000 dollari. Ma in contemporanea è uscito anche su diverse piattaforme di streaming, come Amazon Prime. In più, ci sono i premi che le sono stati dati. Non ancora il Nobel per la Pace, che equivale a 869.000 euro, e per il quale era stata giudicati tra i possibili vincitori sia quest'anno che l'anno scorso. Ma nel 2020 le è arrivato il Gulbenkian Prize for Humanity, che con il suo milione di dollari è più o meno equivalente. Ha ricevuto anche lo Human Act Award, che fa altri 100.000 dollari. E nel 2019 un altro milione le sarebbe stato girato da un ente benefico britannico, anche se la cosa non è stata confermata. Greta dice che la Fondazione a suo nome da lei fondata nel 2018 ha girato in beneficienza cifre anche doppie, il che però conferma che i soldi le arrivano in quantità.

DENARO PER LA CAUSA

Dopo aver vinto il Premio Gulbenkian un video di Greta pubblicato dal Guardian ha spiegato ad esempio: «il premio, che è di un milione, è più denaro di quello che posso anche solo immaginare, ma tutto sarà devoluto attraverso la mia fondazione a diverse organizzazioni e progetti che stanno lavorando per aiutare le persone in prima linea colpite dalla crisi climatica e dalla crisi ecologica soprattutto nel Sud del mondo». Nel 2020 100.000 dollari sono stati donati all'Unicef da lei ed altri 100.000 dalla Fondazione, per aiutare l'agenzia ad affrontare l'emergenza Covid. Altra possibile fonte di reddito, 13 milioni di followers su Instagram, 3 milioni su Facebook e 5 milioni su Twitter. Intendiamoci: Chiara Ferragni con 24,8 milioni di followers su Instagram è più forte ancora. Se teniamo però presente che appunto la moglie di Fedez è stimata sui 20 milioni di euro di ricavi all'anno a colpi di pubblicità collegata ai suoi post, anche riducendo a un po' più della metà potremmo oltrepassare i 10 milioni agevolmente. Ma il milione di dollari è stato stimato tenendo conto solo dei libri e del film. 

di Maurizio Stefanini  per www.liberoquotidiano.it