capture 023 09112021 101909“Una delle cose belle di questo ultimo brutto periodo è stato scoprire che uno dei libri più belli del mondo non l’avevo ancora letto. Lungo ma imperdibile, voi non perdetevelo. ‘I due stendardi’, di Lucien Rebatet”. Così il virologo Roberto Burioni, via social, consiglia ai suo fan il capolavoro dimenticato di un grande scrittore francese. Un libro tanto mirabile quanto misconosciuto, semplicemente perché il suo autore era fascista. E non per modo di dire, visto che la sua fede politica Rebatet non la rinnegò mai e la stava pagando a caro prezzo proprio quando scrisse il romanzo elogiato da Burioni.

Burioni legge e apprezza il fascista Rebatet

Come spiegato benissimo da Claudio Siniscalschi – sul numero di marzo 2021 del nostro mensile –  I due stendardi fu difatti iniziato dallo scrittore francese “nell’agosto del 1942, e lentamente rielaborato durante la prigionia. Nelle intenzioni dell’editore francese doveva essere l’evento dell’anno. Invece la fama negativa di Rebatet fece cadere il romanzo nel disinteresse generale. La «congiura del silenzio» condannò a morte le velleità dello scrittore di poter essere ammesso, come desiderava, nella casa nobile della letteratura nazionale. Era sicuro di aver chiuso, dopo aver pagato di persona, una stagione disgraziata. Ma si sbagliava. Autore maledetto era; autore maledetto doveva restare”.

 

Un capolavoro da consigliare…

E non è tutto, perché proprio quel libro –  tradotto quest’anno in italiano da Settecolori – “è una chiave di lettura essenziale per decifrare l’universo ideologico del suo autore”. Insomma, non un romanzo qualunque. A tal punto che il critico George Steiner – non certo sospettabile di simpatie fasciste – lo definì “uno dei capolavori segreti della letteratura moderna”. Mentre l’ex presidente francese François Mitterrand lo riteneva “uno spartiacque esistenziale, tra quelli che lo hanno letto e quelli che non lo hanno letto”.

Burioni sostiene di averlo letto e apprezzato. Chissà se conosce anche la figura di Rebatet, peraltro scrittore di punta della “collaborazione” francese, processato e condannato a morte proprio per le sue idee politiche (la sentenza non venne poi eseguita). Magari adesso, tra un’invettiva contro gli untori ‘no green pass’ e l’altra, Burioni potrà consigliare la lettura de I due stendardi pure a Fabio Fazio in quel di Che tempo che fa. D’altronde, il “fascismo si cura leggendo”.

di Alessandro Della Guglia per www.ilprimatonazionale.it