capture 002 01122021 165250A “L’Aria che Tira” scoppia il caso degli italiani bloccati in Marocco dopo l’allarme sulla variante Omicron del Covid-19 e Andrea Delmastro, esponente di Fratelli d'Italia, bacchetta il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “E’ colpa sua, non del virus”. Myrta Merlino ha aperto la diretta del suo approfondimento sull’attualità, mercoledì 1 dicembre, con uno sfogo: “Sembra di essere tornati a un anno fa. Il pasticcio sulla scuola, gli italiani bloccati all’estero” e dà la parola a Claudia Lanteri, connazionale in attesa di rimpatrio.

La donna denuncia la totale assenza di informazioni e supporto e Delmastro di Fratelli d’Italia accusa il Ministro Di Maio di disinteresse e sciatteria: “Cara Myrta, è sbagliato il titolo: non ‘noi italiani bloccati in Marocco per Covid’, ma per colpa di Di Maio, è da maggio 2020 che io e FDI abbiamo presentato una risoluzione per far applicare il meccanismo europeo di protezione civile che, in casi come questi, compresa la pandemia, prevede voli charter Alitalia rimborsati al 75% dalla Comunità europea per andare a prendere gli italiani fermi nel resto del mondo. La Germania lo fa, noi non lo facciamo!  E’ vero che errare  è umano, anzi con Di Maio è umanissimo, ma così non va bene. Anche Di Maio dovrebbe metterci una pezza, sono bloccati per colpa del nostro Ministro degli Esteri”.

 

Ma non è finita perché Lanteri rivela che l’ambasciatore a Rabat è latitante e lancia un appello: “L’ambasciata italiana a Rabat lavora lunedì e venerdì un’ora e martedì e giovedì due ore. Così dice il messaggio registrato al telefono. L'ambasciatore italiano a Rabat non si è preoccupato di mettersi in contatto con noi, mentre l’ambasciatore rumeno ha invece creato un gruppo whatsapp e ha organizzato un volo per domani. I rumeni partono tranquilli, senza doversi preoccupare e senza pagare”. Lo stupore di Merlino è evidente tanto che si unisce alla richiesta della sua ospite con una punta di sarcasmo: “Se l’ambasciatore in Marocco si facesse vivo con i nostri connazionali sarebbe un gesto apprezzato e apprezzabile. Ma poi questi sono gli orari dell’ambasciata? Voglio venire pure io a lavorare a Rabat… un’ora al giorno… beati loro… che bei mondi paralleli…”.

di Giada Oricchio  per www.iltempo.it