Il green pass serve a frenare la circolazione del Covid. Quante volte abbiamo sentito ripetere questa frase da esponenti di governo e dai vertici delle autorità sanitarie? Innumerevoli. A partire da quel giorno d'estate - era il 22 luglio scorso - in cui il premier, Mario Draghi, disse testuale: "Il green pass è la garanzia di essere tra persone non contagiose". Oggi abbiamo la prova che non è affatto così. Secondo i dati diffusi dall'Istituto superiore di sanità nell'ultimo bollettino di sorveglianza, che prende in esame la situazione epidemiologica nell'arco di un mese (dall'11 novembre al 12 dicembre 2021) emerge che in Italia sono stati registrati 205.394 vaccinati positivi con green pass valido e 114.674 non vaccinati positivi senza green pass. Qui sotto è consultabile il documento dell'Iss.
I numeri non mentono. E' evidente che i non vaccinati corrono molti più rischi di venire infettati dal virus, dal momento che quei 114mila contagiati vanno calcolati su una popolazione di riferimento pari a 7,1 milioni di persone. Mentre i 205mila vaccinati infettati vanno contati su una platea di più di 46 milioni di italiani. Il punto, però, è un altro. Ovvero, che nel nostro Paese la maggior parte dei contagiati, quasi il doppio, sono stati vaccinati. Quindi il green pass, così come il super green pass, non danno la garanzia di trovarci "tra persone non contagiose".
Nel dettaglio, i vaccinati contagiati nel mese preso in considerazione dall'Istituto superiore di sanità sono: 7.107 con ciclo vaccinale incompleto, 122.505 con ciclo completo da meno di cinque mesi, 71.563 da più di 5 mesi e 4.219 con terza dose.
di Dar. Mar. per www.iltempo.it