capture 021 27122021 110225Ancora scontri tra esperti sul Covid. Stavolta a bastonare i colleghi è Maria Rosaria Capobianchi, 68 anni, ex direttrice del laboratorio di Virologia dell’Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma che agli albori della pandemia per primo isolò il coronavirus SARS-CoV-2. In un’intervista al Corriere la virologa non ha pietà degli esperti televisivi: “Un po’ di macello l’hanno fatto tanti miei colleghi battezzati virologi sul campo a furor di popolo: epidemiologi, infettivologi, igienisti che si sono messi a parlare in tv senza competenze virologiche, dando fuoco alle micce. Virologi e microbiologi, almeno la maggior parte, invece sono rimasti in laboratorio a lavorare. Anche i media hanno contribuito ad aumentare la confusione, per ragioni di audience. Ma qui non si tratta di garantire la libertà d’informazione, qui c’è in ballo la salute pubblica e la comunicazione deve avere una regia per non disorientare la gente”.

 

“La corsa - dice la Capobianchi parlando poi della pandemia - purtroppo non è finita, il virus cambia, continua a riprodursi, ecco perché non capisco proprio quelli che ancora oggi si ostinano a non vaccinarsi. Sono scioccata, anzi addolorata, quando sento certi discorsi complottisti, il vaccino che minerebbe la libertà degli individui. Ma andiamo! E allora vaiolo, poliomielite, pneumococco, quando mai saremmo riusciti ad arginarli? Perciò non giustifico neppure quei no-vax che rifiutano la dose per paura. Temono i vaccini invece di provare terrore per l’infezione”. L’ex numero uno del laboratorio dello Spallanzani ha un auspicio per il futuro: “Adesso che grazie ai vaccini abbiamo guadagnato un po’ di calma, si può lavorare per trovare una risposta efficace non tanto contro una singola variante ma contro tutti i coronavirus. Le tecnologie ci sono”.

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