capture 024 15092022 115040Tra una settimana saliranno sullo stesso palco, a piazza del Popolo a Roma, per chiudere la campagna elettorale. L'appuntamento, a 72 ore dal voto, è cerchiato in rosso perché dovrà restituire l'immagine di una coalizione compatta, pronta a governare il paese per i prossimi 5 anni. Eppure, nel centrodestra unito le divisioni non mancano come testimonia il differente approccio di Matteo Salvini rispetto a Giorgia Meloni (e Silvio Berlusconi) sul tema del caro-bollette.

Per il segretario della Lega la ricetta per contrastare gli effetti della crisi energetica su famiglie e imprese è soltanto una, ovvero uno scostamento di bilancio da attuare nell'immediato. "Con meno di 30 miliardi, a debito, l'emergenza non si argina", sottolinea il Capitano, senza smettere di pungere gli alleati, per nulla convinti che la strada da seguire sia quella indicata dal leghista. "Non capisco ritardi e tentennamenti sull'aiutare gli italiani a pagare le bollette di luce e gas.

Onestamente non capisco questa prudenza - confessa Salvini -. Perché i miei alleati sono così restii? Bella domanda...".

Nel mirino c'è soprattutto la presidente di Fratelli d'Italia, candidata in pectore per la guida di un prossimo governo di centrodestra. Palazzo Chigi però è anche nei pensieri di Salvini, che domenica tornerà a Pontida per lanciare il rush finale della Lega in vista del voto. E da qualche giorno il leader leghista non perde occasione per tirare in ballo Meloni sul caro bollette: "C'è la guerra, c'è il Covid, c'è l'inflazione, intervenire adesso non è un capriccio di Salvini, e mi domando perché Letta e Meloni dicano di aspettare l'Europa quando tutti gli altri paesi stanno intervenendo. A quelli che dicono di no dico che sono soldi ben spesi".

 

Anche perché la preoccupazione di Salvini è quella di trovarsi a dover fare i conti, una volta al governo, con una situazione esplosiva: "Sono e siamo pienamente consapevoli che non sarà facile governare il Paese che avrà tensioni sociali notevoli". Motivo per cui chiede al governo Draghi di muoversi alla svelta senza attendere un passaggio di consegne che, nel timing immaginato da Salvini, non avverrebbe prima di 50 giorni: "Il prossimo esecutivo? Se entra in carica il 5 novembre, nel frattempo quanti artigiani hanno chiuso?". Non solo, secondo il leghista è inutile anche attendere le mosse di Bruxelles perché, "mi gioco un caffè", non arriverà nessun via libera al tetto sul prezzo del gas. "Ci sono paesi europei che non hanno convenienza perché ci stanno guadagnando" è il ragionamento che porta Salvini ad essere tranchant: "In linea di principio è meglio non fare debito, ma se quel debito serve per andare avanti, è sopravvivenza".

Come detto, però, né Meloni né Berlusconi concordano. Per il leader di Forza Italia "creare nuovo debito è una misura estrema che dobbiamo fare di tutto per evitare". Sulla stessa lunghezza d'onda la presidente di Fdi che però, dopo l'incessante martellamento, decide di replicare secca: "E' qualche giorno che mi sorprendono alcune dichiarazioni di Salvini, e mi sorprende il fatto che a volte sembri più polemico con me che non con gli avversari". Quello che non va giù a Meloni, in particolare, è la continua richiesta di spiegazioni fatta dal leghista. "Ho detto cento volte perché credo che lo scostamento sia una soluzione che va molto ponderata, francamente la polemica non la capisco e la trovo abbastanza pretestuosa.

Spero che siano cose da campagna elettorale, però poi quando uno lo spiega non si dovrebbe insistere".

www.iltempo.it