“Enormi difficoltà di funzionamento determinate dall’insostenibile carenza di organico”. Questo avvertimento dell’Anm al governo, pubblicato in un comunicato del 28 dicembre, è sfociato il 14 gennaio nell’annuncio di un’iniziativa clamorosa: l’associazione nazionale magistrati diserterà la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Non era mai accaduto prima. Il nodo è nella proroga dell’età pensionabile delle toghe: da tempo Davigo chiede che il governo “adotti tutti i provvedimenti necessari a prolungare a regime per tutti i magistrati il periodo di trattenimento in servizio”.
"Mancato adempimento degli impegni politici assunti". Nei mesi scorsi l'associazione guidata da Davigo aveva già sollecitato "graduale avvicendamento negli uffici giudiziari". Il ministro della Giustizia Orlando: "Disponibile al dialogo".
È la prima volta che succede. Neanche quando era al governo Silvio Berlusconi l’Anm aveva disertato l’apertura dell’anno giudiziario. Invece oggi l’associazione nazionale magistrati ha fatto sapere che non ci sarà né alla cerimonia prevista il 26 gennaio, in Cassazione, quando invece terrà una conferenza stampa nella propri sede al Palazzaccio; né parteciperà alle cerimonie, previste sabato 28, nelle corti d’Appello nel corso delle quali un rappresentante leggerà un documento. Non c’entra la riforma penale, ma come stabilito il Comitato direttivo centrale il “mancato adempimento degli impegni politici assunti da parte del governo su pensioni e trasferimenti dei magistrati”. Il cerimoniale dell’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione non prevede un intervento dei rappresentanti dell’Anm, ma i vertici dell’Associazione prendono posto nell’aula magna. Negli anni passati, varie iniziative simboliche erano state prese invece nelle cerimonie nei distretti, ma non un’assenza.