capture 001 22092022 112907Nelle ore calde delle notizie dei fondi da Mosca all’indirizzo di partiti e politici stranieri, nella quale l’Italia risulta ufficialmente esclusa dal dossier di Washington, si torna a parlare della storia dei finanziamenti da Mosca per l’Italia. La memoria del pesce rosso dei media ai tempi dei Social ha relegato nel dimenticatoio i fatti passati alla storia.

Fatti che riguardano ad esempio i vecchi dirigenti del Partito Comunista Italiano, alcuni divenuti dirigenti del Pds, Ds, Pd. Dirigenti che per mezzo secolo hanno beneficiato di un fiume di rubli infinito, illecito, da parte di servizi segreti stranieri. Erano i tempi della guerra fredda, del Muro di Berlino. E loro avevano scelto la parte sbagliata della storia, senza mai fare ammenda. Senza che nessuno abbia mai chiesto loro di fare abiure.

Con grande onestà intellettuale, l’ex segretario del Pd Walter Veltroni intervistando il dirigente del Pci, Aldo Tortorella gli aveva fatto parlare anche di quella pagina oscura. Ma soprattutto ne fanno cenno numerosi atti in commissione Stragi e in Commissione Mitrokhin. Atti ufficiali, non veline buttate in pasto ai media o interviste taroccate in campagna elettorale.

 

Di cosa parliamo? Dal secondo dopoguerra, da Mosca, sono partiti finanziamenti per i principali partiti comunisti d’occidente. Soldi che dovevano servire a sostenere la lotta per il comunismo condotta nei Paesi Nato, con lo scopo di creare una spina nel fianco del blocco occidentale. Insomma, Putin non sta facendo altro che replicare quello che ha appreso negli anni in cui era dirigente del Kgb.

Un flusso di denaro, che per quanto riguarda l’Italia, trova numeri e dati nelle rivelazioni del dossier Mitrokhin, dossier considerato affidabile da tutte le agenzie di intelligence occidentali, a cominciare da quella britannica che gestì la defezione dell’ufficiale sovietico Vasilij Mitrokhin, un ex archivista del Kgb nel palazzo della Lubjanka.

Nei report custoditi negli archivi degli 007 di Mosca e poi girati per competenza dagli agenti inglesi al Sismi per le attività illegali dei servizi segreti sovietici in Italia, queste si evidenziavano in 261 schede, fino al 1984. In particolare a fare i conti dei soldi finiti nelle casse del Pci è la scheda “122” del dossier che svela le cifre del finanziamento russo al partito comunista italiano.

La consegna dei soldi al Pci nella villa all’ambasciata sovietica a Roma

Secondo quanto trascritto dall’archivista sovietico, negli anni tra 1970 e il 1977, fu ininterrotto il flusso di denaro da Mosca a Botteghe oscure. Nel complesso oltre 23 milioni di dollari. Era Armando Cossutta (nella foto a una direzione del Pci con il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano) il contatto fidato con il Kgb. Era il destinatario, tramite un suo stretto collaboratore (nome in codice Klaudio), di consistenti somme di denaro, che aveva destinato anche a giornali satelliti del Pci, come Paese Sera, un quotidiano sul quale hanno scritto firme influenti del giornalismo italiano.

Non solo i comunisti italiani: anche i partiti francesi intascavano soldi da Mosca

Massicci finanziamenti, secondo il dossier Mitrokhin, finirono pure al Psiup (Partito socialista di unità proletaria) tra gli anni 1969 e 1972, per poi esaurirsi. Fino al 1988 sono documentati inoltre fondi al Partito comunista francese di Georges Marchais. In quell’anno arrivarono a Parigi tre milioni di dollari, messi sul tavolo da Gorbaciov, per le elezioni del 1988. Ma i finanziamenti cominciarono ai tempi del Fronte Popolare, nel 1936, un flusso ininterrotto per oltre 50 anni.

di Giovanni Pasero per www.secoloditalia.it