Bruxelles esige che in tempi brevi il Governo italiano aggiusti i conti pubblici. Si stima una necessità di 3,4 miliardi di euro, una manovra bis che vale lo 0,2 per cento del PIL.
La Commissione europea è pronta una procedura d’infrazione per deficit eccessivo a carico dell’Italia per il mancato rispetto della regola del debito.
Juncker, a metà novembre aveva evitato di bocciare pubblicamente la manovra a pochi giorni dal referendum per evitare di influenzare la politica italiana.
Per mesi Renzi ha giocato all’Apprendista Costituzionalista buttando tempo, denari ed energie sul referendum costituzionale, sonoramente bocciato dagli italiani, ma ora i nodi economi stanno venendo al pettine e si prospetta uno scenario che, abbinato al recente declassamento del rating italiano, stroncherà del tutti i deboli segnali di ripresa.
Altro che diminuzione della tassazione millantata dal Bomba, grazie alla sua incosciente incapacità si aprono scenari in stile Grecia, con il rischio concreto di un ulteriore aumento dell’IVA, cosa già predetta nel come inevitabile dalla corte dei Conti, nella relazione annuale del Marzo 2016.
“L’aumento dell’IVA tra un anno è inevitabile. Troppe agevolazioni ed esenzioni fiscali portano l’Italia ad essere il secondo Paese al mondo per erosione della base imponibile, il che riduce i margini di manovra della nostra politica fiscale”.

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