Una legge elettorale proporzionale mascherata da sistema maggioritario. L’illusione di poter scegliere il candidato migliore sfuma rapidamente con l’obbligo di collegare il candidato alle liste che lo appoggiano e – di conseguenza – ai nominati da parte dei partiti. Dei 630 seggi alla Camera, solo 232 verranno eletti su base maggioritaria; al Senato saranno 116 sui 315 complessivi: gli altri verranno ripartiti sulla base dei voti presi dalle singole liste. Il sistema non prevede alcun premio di maggioranza aprendo la strada a ogni tipo di ipotesi.

 

Per esempio potrebbe succedere che il partito più votato su base nazionale non ottenga la maggioranza dei seggi.E ancora, per governare servono il 40% dei voti e anche la vittoria nella metà di collegi uninominali, altrimenti non si arriva alla maggioranza. D’altra parte il sistema privilegia le coalizioni rispetto ai partiti che corrono da soli: se all’interno di una coalizione uno o più liste non supera l’1% dei consensi senza raggiungere la soglie di sbarramento del 3%, allora i voti vengono ripartiti tra gli altri partiti della stessa squadra. Ecco gli scenari possibil su cui si interrogano analisti e mercati finanziari. 

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dall'articolo di Giuliano Balestreri  per businessinsider.com 

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