Di Maio SalviniLe urne consegnano uno scenario senza maggioranza. Gli incastri possibili sono pochi. La maggioranza non c'è. E un governo, se ci sarà, dovrà passare necessariamente da alleanze tra forze politiche contrapposte. Ma chi sarebbe della partita? I due vincitori assoluti del confronto elettoraleLuigi Di Maio e Matteo Salvini, si sono detti pronti a guidare il prossimo esecutivo. Il leader pentastellato si gode l'exploit che consegna al Movimento 5 Stelle lo scettro di prima forza politica sia a Montecitorio che a Palazzo Madama. Ma nonostante abbia ottenuto oltre il 32 per cento dei consensi, il Movimento si ferma lontano dal "numero magico" utile a controllare le due camere. Salvini, dal canto suo, forte del sorpasso su Forza Italia, si è guadagnato la leadership della coalizione più votata. Il centrodestra è al 37%, ma rimane sotto la soglia di seggi necessaria a governare da solo.

 

Le larghe intese tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, che taglierebbero fuori i due trionfatori della notte scorsa, sono tramontate. Al Senato, la maggioranza assoluta è fissata a quota 158 parlamentari. Secondo le ultime proiezioni Quorum/YouTrend per SkyTg24, il centrodestra conterà su 136 senatori, i grillini su 113. A Forza Italia ne andrebbero 57, che sommati ai 53 del Pd garantirebbero all'eventuale governo un sostegno di 110 seggi. Anche l'ipotesi di "governo del Presidente", da far nascere sotto l'egida del capo dello Stato, magari con l'apporto di Liberi e Uguali, si scontra con la matematica. Il partito di Pietro Grasso, che si è fermato poco sopra il 3 per cento, contribuirebbe con appena 5 senatori.

A Montecitorio, i pentastellati guardano gli altri partiti dall'alto dei loro 228 seggi. Se i 109 dem si sommassero ai 104 forzisti, si raggiungerebbe quota 213 deputati. Per la maggioranza assoluta di 316, mancherebbero 103 seggi. E l'apporto dei 14 eletti nelle liste di LeU, anche in questo caso, sarebbe inutile. Insieme, i partiti del centrodestra, Forza Italia, LegaFratelli d'Italia e Nci-Udc, arrivano a 267.

Che fare allora? Un altro scenario possibile, che in queste ore stanno studiando i vertici 5 Stelle, è la convergenza con un Pd "derenzizzato". Di Maio aprirebbe una discussione con i dem soltanto dopo un passo indietro da parte del segretario. Ma al Nazareno, almeno per ora, sembrano puntare dritti all'opposizione. Una coalizione M5S-Pd, magari con l'apporto di Leu, potrebbe contare su 351 seggi alla Camera e 171 al Senato. Una maggioranza ampia a Montecitorio e sufficiente a Palazzo Madama.

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dall'articolo di  Angelo Amante per  huffingtonpost.it 

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