Roberto Fico e CasellatiMai figure così differenti sono state affiancate alla seconda e terza carica dello stato. "Un asse con Salvini? Può trovare accordi solo con i condannati in via definitiva. Noi siamo lontanissimi dal suo un becero populismo". Se si è avuto un bravo maestro di giornalismo, si sa perfettamente che un articolo non si inizia mai con una citazione. Soprattutto se lunga. Ma quella che Roberto Fico ha regalato a Repubblica il 2 settembre del 2015 apre d'emblée lo squarcio su come le convulsioni che hanno portato all'elezione di un grillino della prima ora e di una forzista di ferro alle presidenze di Montecitorio e Palazzo Madama segnino uno spartiacque. Mai figure così differenti sono state affiancate alla seconda e terza carica dello stato.

Mai due politici che hanno così tanto avversato le ragioni dell'avversario, fino a pronunciare parole di cui forse pentirsi, e a sostenere tesi in confronto alle quali gli aforismi di Bersani scolorano nelle tinte della banalità, sono assurti ai vertici delle istituzioni.

 

 C'era un tempo in cui. C'era un tempo in cui Maria Elisabetta Alberti Casellati difendeva il capo del partito in cui milita dalle origini dalle accuse di ogni tipo. Prendiamo Ruby rubacuori, la "figlia di Mubarak", per esempio. "Non leggo a fronte delle dichiarazioni significative del Ministro della Funzione Pubblica del Marocco, le scuse della sinistra", disse nel gennaio del 2014, quando arrivò da Rabat un dispaccio che avrebbe certificato la maggiore età della ragazza, "prelevata" in commissariato su mandato di Silvio Berlusconi, spiegando che era la nipote dell'allora presidente egiziano.
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dall'articolo di  Pietro Salvatori per  huffingtonpost.it 

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