Mancava un tassello al puzzle delle scosse che stanno flagellando l’Appennino centrale. Tra L’Aquila 2009 e Amatrice 2016 c’era rimasta una zona bianca, o quasi, nella cartina che riporta i terremoti della zona. Si trattava di Campotosto, appunto. Che ieri ha colmato il suo vuoto, stupendo solo fino a un certo punto i geologi come Carlo Meletti, responsabile del Centro di pericolosità sismica dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che con i suoi strumenti monitora i movimenti della Terra in Italia.
Cos’è successo?
"Si è attivata la parte meridionale della faglia sismica che aveva causato la sequenza di Amatrice del 24 agosto 2016. E’ la cosiddetta faglia di Campotosto, che aveva registrato delle scosse dopo il terremoto dell’Aquila del 2009, sempre di magnitudo leggermente superiore a 5. E che nelle settimane scorse era tornata a far registrare dei tremori. Questo piccolo sciame era in diminuzione, ma avevamo comunque avvertito il Dicomac, il centro di coordinamento della Protezione Civile, che non potevano essere esclusi nuovi terremoti nell'area".
Perché quattro scosse di magnitudo superiore a 5 così ravvicinate?
"Non c’è nulla di strano. Rientra fra i possibili comportamenti dei terremoti. Ora ovviamente si stanno registrando altre scosse di assestamento"
dall'articolo da repubblica.it/scienze