Il primo, 26 anni fa, pesava mezzo chilo e fu un flop. Ora invece ne siamo talmente dipendenti che si moltiplicano i libri e i corsi su come disintossicarci. Altan, lapidario, ci aveva azzeccato: «È record», recita una sua vignetta, «ogni cellulare possiede un italiano».

E a guardare i dati sulla penetrazione del mezzo in Italia, e sugli effetti di dipendenza che questo provoca, se ne ha la conferma: il Belpaese – secondo i dati contenuti nelrapporto Digital in 2017 Global Overviewrisulta infatti fra i Paesi con la più alta penetrazione di telefonini rispetto alla popolazione mondiale, con un tasso di ben l’85%. Non solo. Secondo il primo Rapporto Auditel-Censis su convivenze, relazioni e stili di vita delle famiglie italiane risulta in possesso di uno smartphone ben il 97,2% degli italiani nella fascia fra 18-34 anni; l’85,8% degli adulti nella fascia 35-64 anni; l’89,2% nella fascia fra gli 11 e i 17 anni; e persino l'11,4% dei bambininella fascia d'età fra 4 e 10 anni risultano utilizzare lo smartphone. 

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In appena due decenni – grazie alo smartphone, che ci ha portato il mondo in tasca – è cambiato profondamente il nostro rapporto con la comunicazione interpersonale. Cosa impensabile, 26 anni fa, quando veniva lanciato Simon Personal Communicator. Era il 23 novembre 1992 e l’Ibm lo presentava alla fiera informatica Comdex di Las Vegas come prodotto rivoluzionario.

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dall'articolo di   per lettera43.it 

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