E' stato già ribattezzato il "Solar Impulse dei mari" perché, come l'aereo solare, farà il giro del mondo senza consumare una goccia di carburante. Scivolerà sulle acque, affidandosi solo a vento, sole e mare. Zero detriti, zero emissioni: Energy Observer sarà il primo catamarano a propulsione di idrogeno, ecologico al 100 per cento, a circumnavigare il globo ricorrendo esclusivamente alle forze della natura, volgendole a favore di rotta. Ad affrontare la sfida sarà una vecchia gloria delle regate, una delle navi più veloci di sempre, chiamata a nuova vita da un'equipe di architetti, ingegneri e navigatori, riconvertita in imbarcazione ultratecnologica e energicamente autosufficiente.
Sarà una seconda giovinezza per ''Enza New Zeland'', il leggendario catamarano che nel 1994 si aggiudicò il prestigioso Trofeo Jules Verne, orgoglio di tutti i velisti, circumnavigando il globo in poco più di 74 giorni. Al timone, allora, insieme a Robin Knox-Johnston c'era il mitico Sir Peter Blake, neozelandese, l'ambientalista prestato alla vela morto ammazzato nel 2001 sul delta del Rio durante una spedizione sui mutamenti climatici in Amazzonia per conto delle Nazioni Unite.
Ventitré anni dopo, più grande di prima - 31 metri in lunghezza per 12,80 in larghezza, completamente rinnovato in ottica green, il catamarano Energy Observer rimetterà lo scafo a mollo nelle acque di Saint Malò, in Bretagna, per affrontare una nuova Odissea, questa volta di sei anni: 50 Paesi e 101 porti in cui sbarcare entro il 2020 contando esclusivamente sull'energia del sole (attraverso una superficie di 130 metri quadrati di pannelli solari), del vento (grazie a due pale eoliche verticali) e del mare (sfruttando un sistema per dissalare l'acqua e produrre idrogeno tramite elettrolisi).
Il progetto è stato ideato dall'istituto di ricerca Cea-Liten, insieme alla Fondazione dell'ambientalista francese Nicolas Hulot e l'Unesco; la spedizione partirà dal mar Mediterraneo, per poi raggiungere le acque dell'Europa del Nord, poi Oceano Atlantico e Pacifico passando per il canale di Panama, e ancora Asia e Oceania, fino all'Africa e al Medio Oriente. Lungo il tragitto le tappe saranno capitali che hanno già avviato la transizione energetica, isole autonome sotto il profilo dell'approvvigionamento, città in pieno sviluppo economico, riserve naturali, luoghi a rischio scomparsa. L'operazione, foraggiata da una compagnia assicurativa e da una catena di alberghi pronta a implementare nei suoi edifici le nuove tecnologie testate in mare, costerà in tutto trenta milioni di euro, di cui 5 per l'acquisto di barca e attrezzature e 4 all'anno per i costi di gestione.''L'Energy Observer sarà il simbolo di una transizione energetica possibile, esploreremo gli oceani senza lasciare tracce inquinanti dietro di noi - ha assicurato Victorien Erussard, 37 anni, ufficiale di marina e capitano della spedizione. ''Le soste nei porti saranno l'occasione per diffondere un messaggio positivo sulle energie rinnovabili nella lotta al riscaldamento climatico'', prosegue. ''Non useremo gas neppure per cucinare - aggiunge il compagno d'avventura Jérôme Delafosse, esploratore e documentarista - al posto della bombola avremo piastre in vetroceramica". Imparare a produrre idrogeno senza combustibili fossili e a basso costo: questa la sfida che anima i cinquanta componenti della squadra a lavoro sul primo 'bateau écologiquè a fare il giro del mondo utilizzando l'acqua di mare come fonte principale di stoccaggio e produzione di energia.
Come funzionerà. Una volta desalinizzata con un processo di osmosi inversa, l'acqua verrà decomposta in idrogeno e ossigeno attraverso un elettrolizzatore. Poi l'ossigeno sarà rilasciato nell'aria, mentre l'idrogeno verrà immagazzinato ad alta pressione (350 bar), in serbatoi da 62 kg (per dare un'idea delle proporzioni, con 1 kg di idrogeno si percorrono 100 km in auto). L'idrogeno alimenterà allora una pila a combustibile che produrrà per metà, calore da riutilizzare nel catamarano, per metà energia riservata ai due motori a propulsione elettrica.Insomma, sarà un tour per i mari nel segno dell'ecologia con la ''Calypso del XXI secolo'' conclude Erussard. E il pensiero corre subito al leggendario gigante delle acque divenuto simbolo mondiale dell'esplorazione del continente blu sotto la guida di Jacques-Yves Cousteau (il navigatore francese scomparso nel 1997, ispiratore del film ''Le Avventure Acquatiche'' di Steve Zissou di Wes Anderson) che, come l'Enza New Zeland tornerà presto ai suoi antichi fasti. Non manca molto a primavera e per l'Energy Observer si avvicina l'ora di salpare. Buon vento.
Silvia De Santis per Repubblica.it