Donald Trump, al secondo giorno del suo mandato, continua a imprimere la sua firma su decreti esecutivi, sovvertendo punti fermi della precedente amministrazione Obama. «Gli oleodotti si costruiranno negli Stati Uniti come si faceva ai vecchi tempi» ha annunciato il presidente Usa, siglando l’ordine per il rilancio di due grandi oleodotti, il Keystone XL e il Dakota Access. Le due firme con cui si è espresso il presidente Trump autorizzano la costruzione di due grandi oleodotti (i progetti dovranno comunque essere rivisti) che nei mesi scorsi avevano scatenato numerose proteste. Il Keystone XL (che l’amministrazione Obama aveva bloccato dal novembre 2015) trasporta greggio pesante delle sabbie bituminose dal Canada alle raffinerie sulla costa del Golfo del Messico, mentre il Dakota Access dovrebbe collegare i giacimenti di Bakken nel North Dakota con il centro di stoccaggio di Patoka in Illinois. Proprio per questo ultimo oleodotto si erano scatenate violente proteste perché passa vicino a territori considerati sacri da alcune tribù indiane.
Leonardo Di Caprio accanto ai Sioux
Dopo le dichiarazioni di The Donald in campagna elettorale quando, appunto, aveva annunciato l’intenzione di continuare nel progetto degli oleodotti, erano nate proteste su tutto il territorio del Nord Dakota. I Sioux della riserva di Standing Rock avevano inscenato proteste e sit-in sotto la compagnia Energy Transfer Partners fino a far bloccare l’autorizzazione alla costruzione dell’opera: i condotti dell’oleodotto che scorrono sotto il fiume Missouri potrebbero minacciare o contaminare le risorse idriche della riserva dei nativi indiani. La questione aveva avuto una forte eco negli Stati Uniti e attori di Hollywood attenti alle tematiche ambientali come Leonardo DiCaprio e Joan Baez si erano schierati accanto ai Sioux.
«L’ambientalismo è fuori controllo»
La firma di Trump per entrambi gli oleodotti è una dichiarazione chiara di quelle che sono le sue intenzioni e il suo approccio in materia di energia e questioni ambientali. «L’ambientalismo è fuori controllo» ha spiegato durante un incontro alla Casa Bianca con i leader dell’auto. «I nostri amici che vogliono produrre negli Usa» non riescono ad ottenere «i permessi ambientali per cose di cui nessuno ha mai sentito parlare» ha rincarato il presidente. «È pazzesco. Io sono per molti versi un ambientalista. Ci credo ma è fuori controllo».
di Raffaella Cagnazzo per corriere.it