Nell’era digitale basta uno smartphone per trasformarsi in una vera sentinella. È quello che sta succedendo a Treviolo in provincia di Bergamo: il paese che conta circa 10mila abitanti ha creato un gruppo su Whatsapp. E fin qui niente di strano. Chiunque usi il sistema di messaggistica istantanea viene continuamente inserito in queste chat collettive che, nella maggior parte dei casi, ricevuta l’informazione, diventano soltanto una noia per le continue notifiche. E se i partecipanti al gruppo sono più di mille?
Ebbene sì: la chat si chiama “Controllo del vicinato” e funziona. In barba a chi pensa a lavare i panni sporchi in casa propria, qui tutti guardano gli affari degli altri. Ma in senso buono. Perché se qualcuno subisce un furto o una truffa finisce subito alla gogna dei chattatori. Non solo. Perché, nella pratica, la chat è diventata un vero strumento di denuncia. È iniziato tutto nel 2015 dopo un’aggressione a quella che è diventata l’ideatrice della chat per Treviolo, Silvana Fregeni: «Tornata dalla spesa mi avevano portato via tutto! L’oro, catenine, medagliette, gioielli, telefoni, tv, computer, giubbotti, le maglie di mio marito. Un trauma. Allora Francesco (Ferrari che aveva sentito parlare di Controllo del vicinato, ndr) e gli altri si sono dati da fare. Poche regole, ma chiare. Non siamo una ronda, non siamo una chat, perciò niente chiacchiere inutili».
Da quel momento, il gruppo virtuale si è allargato facendo del paese l’esempio più importante di questo sistema di sicurezza e solidarietà gratis, apolitico e, soprattutto, di aiuto alle forze dell’ordine. Facce poco rassicuranti non passano più inosservate e furti e atti vandalici sono diminuiti drasticamente da quando è stata attivata la chat. Non c’è scampo per nessuno, insomma. Qualcosa ci dice che pure bugiardelli e fedifraghi stanno passando il loro brutto quarto d'ora.
di Rachele Grandinetti per ilmessaggero.it