È poco noto, ma esisteva anche il corrispettivo femminile dello storico guerriero giapponese: le onna-bugeisha. Usavano armi diverse e badavano alla difesa della famiglia e dell’onore nei periodi in cui gli uomini erano assenti: quando c’era la guerra.
Sapevano maneggiare le spade, combattevano, non si tiravano indietro di fronte alla lotta. Erano le samurai, o meglio, le onna-bugeisha, un tipo di soldatessa della nobiltà giapponese di una volta. Accadeva durante il periodo feudale, e loro erano membri della classe bushi (quella dei combattenti), addestrate all’utilizzo delle armi per proteggere la casa e la famiglia, e soprattutto l’onore, quando mancavano gli uomini: cioè, durante le guerre.
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Nei secoli sono esistite numerose donne-samurai. Per tradizione, la loro arma specifica non era la katana (troppo pesante) ma la naginata, una specie di asta molto lunga con una lama ricurva in cima. Era perfetta per i combattimenti con i guerrieri uomini, che non potevano avvantaggiarsi, in questo modo, della loro predominanza fisica.