segestaC’è da fidarsi a lasciare il patrimonio culturale immenso della Sicilia in mano ai mandarini della Regione? Se lo chiedeva già alla Costituente Concetto Marchesi. Siciliano perdutamente innamorato della Sicilia. L’unico a poter dunque esprimere un dubbio. Sul rischio che «interessi locali e irresponsabilità locali abbiano a minacciare un così prezioso patrimonio nazionale». Certo, non parlava solo della sua isola. Ma la lingua gli batteva là dove gli doleva il dente.

Lo conferma l’archeologa Mariarita Sgarlata, per un po’ assessore regionale ai Beni culturali, chiamata dai sindacati «Alice nel paese delle meraviglie» per come si sbalordiva, l’ingenuotta, davanti a ciò che le pareva surreale. L’eradicazione degli artropodi, il libro che ha tratto dalla sua esperienza, parte dall’unica lettera trovata sul tavolo il giorno del suo insediamento.

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Per non dire delle pazzie. Come quella del Museo Archeologico Salinas che ospita una ricchissima collezione d’arte punica e greca. Lo chiusero parzialmente per i primi restauri nel 2009, poi del tutto nel 2011 per riaprirlo alla fine di luglio 2015. Cinque anni di chiusura. Senza che i dipendenti accettassero, nel frattempo, di lavorare altrove: «Non ci spetta». Cinque anni a girarsi i pollici. C’era tra loro un centralinista «cieco assoluto». Due mesi fa la Finanza l’ha filmato mentre andava alle poste, scendeva agile le scale, sfogliava documenti… Quasi vent’anni di imbrogli, 300 mila euro truffati. Informata, la direzione ha detto: «Sì, l’abbiamo visto in tivù ma finché non arriva la denuncia ufficiale…». Nenti vitti, nenti sacciu…

dall'articolo di Gian Antonio Stella per Corriere.it 

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