Gioco di azzardoIl manuale illustra da subito le principali caratteristiche del gioco d’azzardo, connotato dalla capacità di impossessarsi totalmente del giocatore ed avere conseguenze che non rimangono confinate all’interno del gioco, ma che impattano negativamente sulla vita reale. Tra i costi sociali del gambling, vengono elencati il calo della produttività sul lavoro, l’aumento di criminalità, l’indebitamento, l’usura, il peggioramento dello stato di salute, l’impegno di risorse dei sistemi giudiziario, sanitario e previdenziale e rotture famigliari. Anche dal punto di vista neurofisiologico il gioco d’azzardo presenta delle peculiarità, e cioè si associa a pattern di attivazione caratteristici in diverse strutture cerebrali del sistema dopaminergico di ricompensa cerebrale; le sostanze chimiche ad esso associate, poi, sono quelle più importanti nel generare la ricompensa: gli oppioidi endogeni, la dopamina (responsabile dell’euforia del gioco, o gambling) e gli endocannabinoidi.

La legislazione italiana sul gioco d’azzardo e la crescita esponenziale

Dopo un breve excursus storico, vengono esposte le principali leggi che in Italia regolano il gioco di azzardo. Come si evince dal testo, nel corso del tempo la legislazione italiana si è modificata passando dal “divieto con riserva di permesso” all’attuale “liberalizzazione controllata”. Tutto ciò ha portato ad un esponenziale quanto preoccupante aumento degli incassi derivanti dal gioco d’azzardo: dagli anni ’60 ai primi anni ’90, infatti, gli italiani hanno speso circa 5 miliardi l’anno, mentre nel 2012 il solo gioco d’azzardo gestito dall’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) in Italia ha totalizzato più di 87 miliardi di proventi.

Questo trend ha inevitabilmente predisposto molte persone a sviluppare il disturbo da gioco d’azzardo patologico, patologia così denominata all’interno del DSM-5. Il disturbo da gioco d’azzardo patologico ha un’evoluzione cronica e progressiva che inizia in genere nella prima adolescenza negli uomini e più tardi nelle donne; spesso è intervallato da periodi di astinenza e ricadute.

E’ più comune tra gli uomini e in Italia la sua incidenza tra gli adulti si attesta sull’1-2% della popolazione (Relazione al Parlamento 2011 – Dipartimento Politiche Antidroga). La sua patogenesi comprende l’aumento di dopamina nel nucleus accumbens – che incrementa la salienza di uno stimolo altrimenti giudicato neutro dall’individuo – e un deficit del controllo serotoninergico inibitorio esercitato dalla corteccia prefrontale sugli impulsi additivi provenienti dall’amigdala e dal nucleus accumbens.

Le fasi del ciclo di vita dove più frequentemente emerge la dipendenza da gioco d’azzardo sono l’adolescenza e l’età anziana. Sebbene il gambling sia vietato ai minorenni, infatti, molti giovani vi si avvicinano, per lo più maschi (rapporto M:F di circa 3-5:1), e sono connotati da invulnerabilità, propensione al risk taking e tendenza a sottovalutare i rischi. Tra i giochi più in voga in questa fascia d’età troviamo i Gratta e Vinci, le scommesse sportive e i giochi d’azzardo online. Gli anziani, invece, preferiscono giochi a basso investimento cognitivo e dall’esito legato quasi esclusivamente alla fortuna, come il bingo, le lotterie e le slot machines.

Il testo presenta poi alcune leggi che di recente hanno tentato di frenare l’impennata del gioco d’azzardo patologico, ad esempio la legge 13 settembre 2012, n.158 o “Decreto Balduzzi” che ha regolato la diffusione dei messaggi pubblicitari dei giochi d’azzardo e la Normativa regionale (Lombardia), legge n.8 del 21 ottobre 2013, che vieta la collocazione di apparecchi per il gioco d’azzardo a meno di 500m da luoghi ritenuti sensibili e predispone corsi di formazione sulla conoscenza e la prevenzione dei rischi connessi al gambling, anche per i gestori delle sale gioco.

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dall'articolo di Claudio Nuzzo su stateofmind.it

 

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