emiliano 675Il partito dell’establishment. Il partito dei petrolieri, dei finanzieri, dei banchieri. Un partito interessato solo ai potenti. Con un segretario che non ha mai mostrato “particolare attenzione” ai luoghi della sofferenza. A parlare così del Pd e di Matteo Renzi è Michele Emiliano, presidente della Regione in Puglia e possibile candidato alla segreteria del Partito Democratico. Viene considerato il leader naturale dell’eventuale fronda scissionista all’interno del Pd, ma a parole spiega che quella della separazione sarebbe l’ultima opzione: “Io considero la scissione la più grande sconfitta da evitare con ogni mezzo – dice Emiliano all’Intervista di Maria Latella, su SkyTg24 – e il congresso è l’unico modo perché cosi chi vince sarà sostenuto da chi perde come farei io se Renzi dovesse vincere”.

E aggiunge che, dopo le “profferte” a Renzi alla minoranza, “le primarie non sono previste dallo statuto del Pd, sarebbero una frettolosa invenzione di marca renziana per dare l’impressione di una specie di congresso che invece non si celebra”. “Il congresso ha le sue regole – aggiunge il presidente di Regione – Parte dai circoli, coinvolge i militanti, c’è una discussione, votano i tesserati e poi coloro che hanno più voti tra i tesserati partecipano alle primarie aperte a tutti. E’ il processo che ha incoronato Matteo Renzi segretario del partito non c’è motivo di cambiare queste regole”. Per questo Emiliano ha annunciato una raccolta firme “per lanciare un referendum per militanti e simpatizzanti per conoscere l’opinione di tutti sull’opportunità di fare il congresso” che, secondo lui, anche “molti renziani” sanno che è “necessario”.

E’ sul piano politico che il governatore pugliese vuole mettere all’angolo il segretario del Pd, usando e ribaltando le stesse parole del leader: “Bisogna lavorare per cambiare verso al Pd, per riportarlo ad essere il partito delle persone che non contano niente e non di petrolieri, finanzieri, banchieri. Siamo sembrati (e lo siamo stati) interessati solo ai potenti“. Un esempio? “Abbiamo fatto le normative per le banche che accelerano la vendita delle case di chi non può pagare un mutuo. Avremmo dovuto fare il contrario, avremmo dovuto negoziare con le banche un meccanismo nel quale anche di fronte a un dissesto familiare dovevamo trovare un modo di tutelare le famiglie altrimenti quei costi si scaricano sullo Stato perché quelle famiglie le devi comunque assistere“. Peraltro non è l’unico intervento in favore del sistema bancario contestato all’azione di governo di Renzi. Ma un altro esempio può essere quello delle “famose” cene da mille euro per i finanziamenti della campagna elettorale, il cui target non è certo la base delle feste dell’Unità. E ancora la stessa Leopolda, rampa di lancio – tra l’altro – di figure come il finanziere Davide Serra.

 

dall'articolo di F. Q. per ilfattoquotidiano.it

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