Paolo Berdini ha rimesso il mandato, Virginia Raggi ha respinto le dimissioni. Le dichiarazioni attribuite da La Stampa all’assessore all’Urbanistica del Comune di Roma – “Su certe scelte” Virginia Raggi “sembra inadeguata al ruolo che ricopre” – hanno scatenato l’ennesima tempesta a Palazzo Senatorio. “Mi aspetto una smentita”, sibilava la sindaca arrivando in Comune per il faccia a faccia durante il quale sarebbe dovuto arrivare un chiarimento. Che è arrivato: “Provo profonda amarezza per la situazione che si è venuta a creare. Ne ho preso atto e, pertanto, ho rimesso il mandato conferitomi dalla sindaca”. Che non ha accettato le dimissioni.
La nuova bufera sulla giunta Raggi si era scatenata in mattinata a causa dei virgolettati attribuiti dal quotidiano torinese a Berdini, occupato in questi giorni sul dossier dello stadio della Roma (sul quale ha un’opinione contraria a quella dei colleghi di giunta): “È stato fatto un errore dopo l’altro”, “i grand commis dello Stato, che devo frequentare per dovere, lo vedono che è impreparata“, avrebbe detto l’assessore riferendosi alla sindaca e commentando anche la presunta relazione di quest’ultima con l’ex capo della segreteria Salvatore Romeo: “Questi secondo me erano amanti, l’ho sospettato fin dai primi giorni”.
Nel pieno delle polemiche Berdini era intervenuto a RaiNews24 per smentire di aver rilasciato l’intervista: “È stato registrato un colloquio privato tra amici non ho mai rilasciato nessuna intervista a La Stampa“. Berdini nega di conoscere il giornalista (un “piccolo mascalzone”) che ha firmato l’articolo e parla di “intrusione nella vita privata”, ma non smentisce il contenuto dell’articolo: “Impreparazione? Parlavo di tutta l’amministrazione, mi sembra quasi scontato – si difende – mi ci metto anch’io, non immaginavo il baratro che abbiamo trovato, tutti noi siamo impreparati”. Bocca cucita e nessuna dichiarazione se gli si chiede conto delle frasi su Raggi-Romeo: “Non mi faccia abbassare a questo livello”, dice al giornalista di Rai News 24, evitando di rispondere.
Stando a quanto riportato da La Stampa, (che “conferma parola per parola il colloquio”) però, il discorso – il giorno prima – l’avrebbe affrontato eccome. “Questa donna che dice che non sapeva niente, ma a chi la racconti? La sua fortuna è stata che non ci fosse nessun reato. Lei era anche già separata al tempo, e allora dillo! Ma possibile che questa ragazza non debba uscire mai?”, affermava Berdini. Quanto all’impreparazione, aggiungeva: “È stato fatto un errore dopo l’altro”. E parlando della nomina di Renato Marra: “Se è uscita questa cosa su L’Espresso, fra qualche giorno magari ne esce un’altra. Non si può dire che sia finita la musica – aggiunge – trovo la situazione esplosiva, questa città non tiene”.
Poi ricordava l’inizio della sua avventura in Campidoglio: “Non ho fatto gli esami con il direttorio. L’unico assessore, credo, ad essere entrato di diritto, ma non mi aspettavo tutto questo”. Sfiducia totale, però, sullo staff della sindaca: “Se lei si fidasse delle persone giuste… Ma lei si è messa in mezzo a una corte dei miracoli. Anche in quel caso, io glie l’ho detto: ‘sei sindaco, quindi mettiti intorno il meglio del meglio di Roma’. E invece s’è messa vicino una banda“. Poi un’ultima battuta sull’inchiesta in corso: “Io sono amico della magistratura, Paolo Ielo lo conosco benissimo, è un amico, ma lei è stata interrogata otto ore. Anche lì c’è qualcosa che non mi torna”. “Come se ne esce? Non lo so. Io questo non lo so”.