La Guardia di Finanza in Comune per ordine dell'Anac di Cantone, che dovrà verificare la regolarità dell'affidamento diretto di gran parte della commessa da 16 milioni. Le attrezzature, pagate coi fondi dell'Esposizione, dovevano servire al processo telematico, ma molte sono ancora inutilizzate. La segnalazione partita da Corte d'appello e Procura generale dopo gli articoli di Giustiziami.it e Il Fatto Quotidiano nel 2014.

CantoneL’Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone ha disposto l’acquisizione di documenti a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, relativi all’assegnazione da parte di Expo2015 di 16 milioni di euro per i servizi telematici e le infrastrutture informatiche per il tribunale di Milano. L’Anac, che ha delegato agli accertamenti il Nucleo anticorruzione della Guardia di finanza, intende verificare la regolarità degli appalti, banditi dal Comune di Milano quando Giuliano Pisapia era sindaco e il suo successore, Giuseppe Sala, al vertice di Expo. L’ipotesi è che gran parte degli appalti siano stati indebitamente assegnati a trattativa diretta, senza gara. Inoltre, molti monitor installati a Palazzo di giustizia sono tutt’ora non utilizzati, oltre un anno dopo la fine dell’Esposizione.

Le segnalazioni, a quanto si apprende, sarebbero arrivate all’Anac dall’ex presidente della Corte d’Appello di Milano Giovanni Canzio, ora Primo presidente della Cassazione, e dall’allora avvocato generale dello Stato, ‘numero due’ della Procura generale milanese, Laura Bertolè Viale, andata in pensione a fine novembre del 2015.

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