INCONTRO SEGRETO TRA WALT DISNEY E BENITO MUSSOLININel 1935 Walt Disney fece un viaggio in Europa, incontrando gli editori locali delle sue creazioni. Venne anche in Italia, per definire il passaggio dei diritti di stampa dei suoi personaggi dall’editore fiorentino Nerbini al milanese Mondadori. Walt Disney incontrò anche Benito Mussolini?  Una prima risposta ci viene data dall’intervista che Romano Mussolini rilasciò alla rivista “If” della Epierre (pubblicata nel n. 4 dell’ottobre 1995). Nell’intervista di Francesco De Giacomo al figlio del Duce vengono fuori numerose curiosità, a partire dal nome stesso di Guido Mussolini (figlio di Vittorio e primo nipote del Duce, nato nel 1937 e deceduto nel 2012).

Non deriverebbe, come tramandato, da un omaggio alla memoria del generale Alessandro Guidoni, ma sarebbe stato suggerito al fratello maggiore dal giovanissimo Romano, che all’epoca aveva 10 anni, pensando a Guido Ventura, ovvero al nome italiano di Brick Bradford, le cui avventure fantascientifiche venivano pubblicate dal settimanale a fumetti “L’Avventuroso” lanciato da Nerbini nel 1934.

L’amore per il fumetto, nutrito dai figli di Mussolini, si sarebbe indirizzato soprattutto verso l’avventura classica e i prodotti disneyani. Come afferma lo stesso Romano Mussolini nell’intervista, fra i suoi fumetti preferiti c’era al primo posto Topolino e poi i grandi eroi dell’azione e dell’umorismo come Mandrake, Cino e Franco, l’Uomo Mascherato, Flash Gordon e Braccio di Ferro; con una predilezione editoriale per i settimanali “L’Avventuroso” e “Topolino”. Il giovane Romano richiese e ricevette nel 1936 la tessera di “Amico di Topolino” e nel 1938 la sorella Anna Maria (nata nel 1929 e morta nel 1968) inviò un disegno al periodico, che lo pubblicò nel n. 331 del 1939 con grande risalto e parole d’elogio nella pagina riservata agli “Artisti di Topolino”.

Mickey Mouse era nato nel 1928 come personaggio dei cartoni animati, grazie a Walt Disney e al disegnatore Ub Iwerks. Disney aveva avuto l’intuizione di sfruttare le potenzialità del sonoro in sincrono, che per l’epoca era una novità. La fortuna di Topolino fece sì che i Disney Studios decidessero di varare anche una produzione parallela a fumetti nel 1930, ingranando subito grazie alle eccezionali doti del disegnatore Floyd Gottfredson e al sapiente mix di avventura, giallo e umorismo presenti nelle storie. Nerbini ottenne i diritti per l’Italia di Mickey Mouse e pubblicò il materiale americano nel settimanale “Topolino” dal 1932 al 1935, quando Disney (dopo circa un anno di trattative) optò per il passaggio di concessione alla Mondadori. La grande casa editrice milanese avrebbe mantenuto i diritti per oltre mezzo secolo, fino al 1988.

Un Topolino da Mussolini in Villa Torlonia

Nel colloquio con De Giacomo, il figlio del Duce racconta: “Walt Disney ha rappresentato un perfetto anello di congiunzione tra mondo cinematografico e mondo dei fumetti. Durante una sua visita in Italia venne ricevuto da mio padre e in quell’occasione regalò a me e ad Anna Maria un enorme Topolino di legno. Si trattava di un Topolino alto come me. Lo abbiamo tenuto sempre in casa. Poi, come altre cose, ci è stato portato via. Eravamo molto affezionati a questo oggetto, che tuttora rimpiango. Avevamo una sala adibita a studio per me e per Anna Maria, nella quale tenevamo anche i giocattoli. Questo Topolino troneggiava in mezzo a tante altre cose. Nel pomeriggio, dopo essere stato ricevuto a Palazzo Venezia, Disney venne anche a Villa Torlonia. Era l’estate del 1935. Si parlò naturalmente di Topolino, di Minnie e di Paperino, che cominciava ad affacciarsi e che sarebbe divenuto uno dei miei beniamini. Ci si informò dei film e delle prossime avventure. Fu un incontro simpaticissimo e cordialissimo. Mi sembra che anche mia madre parlò con l’autore di Topolino. Non so però in quale lingua, perché la mamma conosceva solo l’italiano e il romagnolo. Avrà parlato con Disney… in romagnolo!”.

Nel 2014 è uscito per i tipi della Theme Park Press un libro intitolato “Disney’s Grand Tour – Walt and Roy’s European Vacation – Summer 1935”, lo ha scritto il super-esperto Didier Ghez, che abbiamo anche personalmente conosciuto anni fa, ed è da questo volume che abbiamo attinto molte delle notizie che seguono, integrandole con altre fonti. Apprendiamo così che Walt Disney viaggiava insieme alla moglie Lillian e al fratello Roy, a sua volta accompagnato dalla consorte Edna. Il gruppo partì nel giugno del 1935 da New York, imbarcandosi sulla lussuosa nave passeggeri francese Normandie. I Disney toccarono Regno Unito, Francia, Germania, Austria, Svizzera e Italia. Salpando da Genova, tornarono in America il primo agosto, dopo aver attraversato l’Atlantico a bordo del nostro transatlantico Rex.

Il 19 luglio ci fu a Roma, presso il Cinema Barberini, una serata di gala in onore del prestigioso ospite americano, che era stato ricevuto alla Stazione da Luigi Freddi, all’epoca a capo della Direzione Generale della Cinematografia e futuro fondatore di Cinecittà (nel 1937). La sala del Barberini era tutta addobbata con le immagini dei celebri personaggi Disney (insieme a scritte un po’ pompose, come “Roma saluta il poeta del cinematografo”). Sullo schermo passarono alcuni cortometraggi targati Disney. Gli Archivi Storici dell’Istituto Luce conservano un breve filmato dell’evento, in cui vediamo Walt e Lillian Disney accompagnati da Galeazzo Ciano (Ministro per la Stampa e la propaganda) e dalla contessa Edda Ciano Mussolini: il genero e la figlia del Duce.

Veniamo all’incontro fra Walt e Benito, realmente in agenda da mesi, avvenne davvero oppure no? Innanzitutto abbiamo il ricordo di Romano, nitido e inequivocabile. Esiste poi una foto del Duce, catalogata e conservata negli Archivi della Walt Disney company, autografata con dedica a Disney. Il ritratto fu eseguito a Roma dalla fotografa ungherese Ghitta Carell e la scritta vergata a mano dal Duce recita, parte in italiano e parte in inglese: “A Walt Disney, with cordial regards and compliments. Roma, 21 luglio 1935 – XIII. Mussolini”. Anche Disney venne immortalato a Roma dalla Carell. Dopo quella di Romano, la testimonianza più autorevole dell’incontro risale a quando Roy Disney, fratello di Walt e suo compagno di viaggio in quell’occasione europea, ne parlò in una intervista concessa in più riprese (tra il 1967 e il 1968, cioè a meno di due anni dalla morte di Walt, avvenuta nel 1966) a Richard Hubler. Roy si espresse in questi termini: “Walt fu ricevuto da Mussolini durante quel viaggio. Mussolini conosceva Walt e fu molto, molto cordiale e conversammo a lungo sui nostri cartoni. Parlava un inglese corretto. Aveva un ufficio grande… davvero enorme. Lui era seduto in un angolo e noi dovemmo attraversare tutta la sala. Il signore che ci accompagnava calzava un paio di quelle scarpe italiane scricchiolanti che tutti conosciamo. E così, a forza di gniic, gniic, gniic, gniic, ci condusse da Mussolini. Lui era seduto là, e rimaneva un po’ in ombra, mentre noi eravamo illuminati da una lampada. Fu molto piacevole e cordiale. Ci parlò con vanto anche dei treni. ‘Ora potete viaggiare sicuri sui treni. Fino a un anno fa capitava che venissero fermati e assaliti dai rapinatori. Ora non lo fanno più’…”.

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dall'articolo di    per giornalepop.it  del 19 Novembre 2016