Merkel 1"Aspettative deluse". Con queste, durissime parole Jens Weidmann ha descritto, in un discorso alla sede della Bundesbank di Amburgo, "le attese di chi aveva scommesso che gli sforzi di risanamento intrapresi dall'Italia prima dell'ingresso nell'Unione monetaria, sarebbero continuati anche nello spazio valutario comune e che la solidità delle finanze pubbliche sarebbe stata garantita in modo duraturo".  Un attacco che, non a caso, arriva proprio mentre il governo Gentiloni sta trattando con Bruxelles per il rientro del rapporto deficit/pil.  Da Bruxelles chiedono una manovra da 3,4 miliardi di euro. E il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan è disposta ad accordargliela aumentando del 2% le accise sui carburanti e andando a tagliare ulterirmente gli investimenti.

Per la Bundesbank, però, non è abbastanza. Nel suo intervento Weidmann torna ad alzare la voce contro Roma: "Con la crisi economica dell'inizio degli anni 2000, i deficit di bilancio italiani hanno ricominciato a salire e sono rimasti per lungo tempo al di sopra della soglia del 3%". Inoltre, ha continuato il numero uno della Buba, "da allora non viene più registrato un avanzo primario tale da permettere una discesa continuativa dell'indebitamento. Anzi, a causa della crisi finanziaria, economica e del debito sovrano, il rapporto debito/pil nel Paese ha addirittura superato nettamente la soglia del 130%, dove si trova ormai da anni".

dall'articolo di Sergio Rame per ilgiornale.it 

 

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