Viaggiare in automobile sulle strade della provincia di Caserta potrebbe essere una delle mosse più rischiose in assoluto. A dirlo è la mappa delle zone d'Italia più pericolose al volante, un lavoro svolto dalla Bem Research basato su oltre 30 milioni di dati forniti dall'Istat. A guidare la classifica delle strade più pericolose c'è la zona del Casertano, seguita da Crotone, Rovigo, Foggia e Cosenza.

Le strade di Milano, secondo la ricerca, sarebbero quelle con il più basso tasso di mortalità, più sicure anche di Genova, Roma, Monza e Firenze. Torino nella media generale. Le città più pericolose sono nel Mezzogiorno, dove tra i fattori di pericolosità incide anche il pessimo stato di manutenzione in cui versano le strade, sia urbane che extraurbane. 

I mesi più pericolosi per muoversi in macchina sono agosto e dicembre, periodi di esodi e controesodi per le vacanze, e di conseguenza i mesi più sicuri sono maggio, marzo e giugno. Restringendo le statistiche ai giorni della settimana risultano ovviamente il sabato e la domenica i giorni più pericolosi, legati alle drammatiche stragi del sabato sera. In opposizione i giorni più sicuri sono quelli prima e dopo il weekend, ovvero lunedì e giovedì. Gli orari più pericolosi: dalle 21 alle 23, poi a notte fonda, intorno alle 4/5. Le ore del mattino sono invece le più sicure.

Incidenti d'auto, le strade e le ore più pericolose per guidare

Bem Research ha fatto una classifica anche per sesso, e il risultato è che sono meglio le donne: nel caso il veicolo sia condotto da una donna si osserva una minore mortalità in caso di sinistro. Anche tra i più giovani, stesso risultato. Quando nell'incidente di grave portata è coinvolto un adulto di sesso maschile è invece più probabile che possano esserci anche dei decessi.

La grande novità emersa da questo studio è che la mortalità, sotto ogni parametro, aumenta quando interviene un'eccessiva confidenza alla guida: se il meteo non è avverso, il manto stradale è asciutto e si procede in rettilineo allora gli incidenti aumentato esponenzialmente. In questi casi infatti l'autista si sente fin troppo sicuro si sé e perciò tende a mantenere una velocità troppo elevata, azzardare sorpassi spericolati o utilizzare lo smartphone.

Carlo Milani, ceo di Bem Research, evidenzia tre "cose da fare" in seguito all'analisi: intervenire sulle infrastrutture, controllare i tratti stradali con provvedimenti mirati e sensibilizzare l'opinione pubblica su quanto la tecnologia a bordo dell'auto potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione degli incidenti.

da liberoquotidiano.it  

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