Caro iscritto Pd, ti scrivo queste poche righe perché immagino che in questi giorni leggendo i giornali, guardando la televisione, magari ascoltando i talk show ti sia sentito smarrito e disorientato. E magari proprio arrabbiato. Sappi che ti capisco. Immagino ti stia chiedendo perché da settimane ormai si sia smesso di parlare del Paese e tanti di noi continuino invece a guardare al proprio ombelico e a polemizzare al nostro interno.

iscritto PdHai sentito chiedere il congresso anzi no, poi di nuovo sì ma non così e sono certo che ti sarai chiesto cos'è che porta alcuni nostri dirigenti a evocare scenari che niente hanno a che vedere con la nostra storia e lo spirito che ci ha visti nascere quasi 10 anni fa. Temo, purtroppo, che tu non abbia trovato una risposta plausibile.

Immagino quanto ti risulti incomprensibile sentir parlare di scissione di una forza di centrosinistra che rappresenta quasi un terzo dell'elettorato, che è perno democratico del governo e principale forza del socialismo europeo proprio oggi che le Destre riemergono con tutta la loro violenza in tante parti del mondo e le forze dell'antipolitica attraggono nuovo consenso. Immagino quanta rabbia possa farti sapere che più discutiamo tra noi più loro si rafforzano, più noi ci dividiamo, più diamo linfa a coloro che invece dovremmo (politicamente) combattere.

È una storia che, ahime, hai già visto e vissuto e sono certo che avresti sperato che chi ha commesso quegli errori in passato ne avesse fatto tesoro. Invece no. "Errrare humanum, perseverare diabolicum" dicevano i nostri avi. Ma se pensi che qualcuno di noi se ne sia evidentemente dimenticato non posso darti torto.

Mi dispiace davvero che in questi giorni tu non senta parlare della nostra idea di Paese, del nostro impegno quotidiano sui territori, del nostro lavoro nei tanti Comuni e nelle Regioni dove governiamo. Mi dispiace che in Toscana, sulla scia di quanto già fatto in Emilia Romagna, abbiamo presentato una proposta di legge sul reddito di solidarietà attiva per contrastare la povertà e ci sia chi l'ha letta come strumento di lotta interna e non come importante provvedimento sociale.

Mi dispiace tu debba leggere qualche nostro amico e compagno dire che il Partito Democratico che ha varato la legge sui diritti civili, quella sul dopo di noi, quella contro il caporalato, che ha stabilizzato migliaia e migliaia di precari e creato posti di lavoro sia sia "dimenticato della sinistra".

Mi dispiace che tu debba sentire una volta ancora (come ogni sconfitta o "non vittoria", ricordi le politiche del 2013?) che "abbiamo perso la connessione con la nostra gente" come se "la nostra gente" fosse un patentino da consegnare a priori e il Pd, coi valori che lo hanno visto nascere e crescere, non possa essere piuttosto patrimonio e casa di tutti.

Certo, sappiamo bene entrambi che abbiamo anche fatto tanti errori. Ci mancherebbe. Ma chi non ne fa? Potresti obiettare che, in fondo, si poteva anche continuare a rimandare e a scegliere di non scegliere come per tanto tempo ha fatto chi ci ha preceduto al governo o alla guida del nostro partito. E invece noi quel rischio ce lo siamo presi. A volte ripagati dai risultati, altri amareggiati dalle sconfitte.

Ma sono convinto, e so che anche tu la pensi così, che gli errori servano a crescere e a migliorare là dove non si è stati all'altezza delle aspettative. Sono convinto che la diversità delle posizioni al nostro interno, la dialettica, il confronto anche aspro ma schietto e sincero siano motivi per i quali hai scelto che questa poteva essere anche casa tua. E che tutto questo sia un valore, non un pretesto per giustificare qualcuno a sbattere la porta e andarsene.

Quello, lo sai, è un modo di fare politica che lasciamo volentieri ad altri. E credo, caro iscritto, che oggi più di sempre vorresti che rimarcassimo la differenza tra un partito che discute sui temi, decide e governa per il bene del Paese e dei suoi cittadini e chi invece si rimette alle imposizioni via blog, al pensiero unico che diventa sistema, alla politica fatta di notizie inventate e ridotta a un business da condurer via web.

Ecco perché mi sento di scriverti e di chiederti scusa. Sono convinto che, nonostante tutto, tu sappia bene che noi siamo anche (anzi, soprattutto) altro. Lo siamo perché abbiamo migliaia e migliaia di persone come te. Col tuo impegno, con la tua passione, col tuo entusiasmo genuino. Quelli come te che hanno creduto, credono e sono sicuro crederanno ancora in quella idea forse rivoluzionaria eppure così vera e attuale nata al Lingotto di un grande partito riformista di centro-sinistra proiettato al futuro e non solo al passato, interprete del mondo di oggi e di domani ma fermo e saldo sui nostri valori di sempre.

Domenica ci riuniremo in assemblea e, se potrò, racconterò queste cose a tutti gli amici e compagni che saranno presenti, certo di portare con me anche la tua voce. Scusaci ancora se in questi giorni ti abbiamo fatto sentire smarrito, disorientato e pure arrabbiato. Ma mi sento di farti una promessa: molto presto riprenderemo il cammino. Il nostro cammino. Quello per il quale ci hai scelto e per il quale sono davvero orgoglioso di averti con noi.

di Antonio Mazzeo per huffingtonpost.it - Consigliere regionale e vicesegretario Pd Toscana

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna