Renzi 40 percentoLa voce dal sen fuggita di Graziano Delrio, ministro e renziano della prima ora, dà un quadro realistico delle preoccupazioni che attraversano il Pd. E della tenaglia in cui si sente stretta buona parte del suo gruppo dirigente: da una parte i ricatti della minoranza che ormai si avvia alla scissione, dall'altra il segretario che sembra fare poco per evitarla. Perché, sospettano anche nella maggioranza Pd, «pensa che con la spaccatura del partito di maggioranza e dei suoi gruppi parlamentari, le elezioni a giugno diventino molto più facili da ottenere». È una sensazione che hanno in molti, anche a Palazzo Chigi e al Quirinale, dove descrivono un Mattarella preoccupatissimo che la rottura nel Pd precipiti il paese nell'instabilità e apra la strada ad una vittoria grillina. «Se si va ad elezioni con il Pd imploso e una lista alla sua sinistra che gli toglie voti, i Cinque Stelle possono diventare il primo partito. E Mattarella ha l'incubo di essere costretto a dare l'incarico a uno dei loro», spiega chi conosce gli umori del Colle.

«Neanche una telefonata, ha fatto», si lamentava ieri Delrio con il parlamentare Michele Meta nel fuorionda rubato durante un convegno. «Abbiamo litigato di brutto perché non puoi trattare questa cosa come un passaggio normale. Devi fare capire che piangi se il Pd si divide, non che non te ne frega». Renzi dicono si sia adirato assai per l'incidente, soprattutto perché - spinto dallo stesso Delrio e dagli altri «mediatori» del Pd, aveva lanciato proprio ieri, via Corriere della Sera, un accorato appello a non dividere il Pd. Delrio ha poi corretto il tiro coi giornalisti, spiegando che quell'appello valeva molto più di una telefonata. Fatto sta però che dopo il pasticcio del fuorionda la trattativa si è rimessa in moto.

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dall'articolo di per ilgiornale.it   

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