Assemblea DEM PD“Peggio della scissione c’è soltanto il ricatto. Fermiamoci, fuori ci prendono per matti. E stiamo facendo un bel regalo a Beppe” (Grillo). E’ un attacco frontale alla minoranza dem quello che apre l’intervento di Matteo Renzi all’Assemblea del Partito democratico al Parco dei Principi di Roma (qui la diretta). È il giorno della resa dei conti, dopo le minacce di scissione che si sono già consumate nelle parole di Enrico Rossi, Roberto Speranza e Michele Emiliano. L’ex presidente del Consiglio spiega che il Pd è diviso “come tutti gli altri partiti“, a destra come a sinistra. E quello che sta succedendo è una “lotta di potere”. Ma il potere nel Pd, continua Renzi, “appartiene ai cittadini che votano alle primarie, non ai caminetti e alle correnti romane”. Imprescindibile il congresso, perché se non si fa non siamo l’alternativa “a Casaleggio e ad Arcore“. Chiarisce che nessuno ha “il copyright della parola sinistra” anche se “non canto bandiera rossa e non sventolo la bandiera socialista”.

Invita a ripartire “dai contenuti e non dalle guerricciole“, auspica l’unità ma precisa che “non possiamo rimanere fermi come questi due mesi a discutere al nostro interno“. E aggiunge:  “Io dico fermiamoci, fuori ci prendono per matti. Oggi discutiamo ma poi mettiamoci in cammino“. “Un partito deve scegliere di rispettarsi sempre e praticare il rispetto verso la comunità di militanti e iscritti che senza chiedere niente passano le serate a organizzare le campagne elettorali e le feste dell’unità e chiedono a noi di rispettarci. In questi mesi il Pd non si è rispettato, ha buttato del tempo, ha bestemmiato il suo tempo, ha perso l’occasione per parlare fuori. Guardiamoci negli occhi rispettandoci e proviamo a capire se esiste lo spazio per immaginare un domani”.

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Sembra inevitabile, però, l’addio dei bersaniani. A meno a giudicare dalle parole di un bersaniano di ferro come Nico Stumpo. “Noi non vogliamo che Renzi non si candidi, è peccato che si ridicolizzino così certe posizioni. Con questa discussione c’è poco da andare avanti, aspettiamo la fine dell’assemblea e quando si spengono le luci diremo che cosa faremo”, ha detto il deputato vicino all’ex segretario mentre l’ assemblea ancora in corso.

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Bersani: “Se questo è partito di uno solo non è più casa mia”
“Non possiamo affrontare a cuor leggero un tema come la divisione o altre scelte. Anche se ho sempre detto che da casa mia non mi butta fuori nessuno, ma se questo è il partito di uno solo non è più casa mia”, lo dice Pier Luigi Bersani a In Mezz ‘ora. “Con i numeri – ha continuato – si può vincere o si può fare il brodo. Io con un misero 25 per cento ho consentito che ci fosse il primo Governo del Pd. Questi qui che han preso il 40 se il prossimo giro mi portano un Governo della destra io li vado a cercare”.

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dall'articolo di F.Q. per ilfattoquotidiano.it   

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