capture 087 26102019 155813I 300 agenti di polizia militare inviati dalla Russia sono arrivati in Siria per presidiare la “zona” al centro dell’accordo tra Mosca e Ankara, ponendo così fine all’offensiva militare turca in Siria. A divulgare la notizia è stato il ministero della Difesa russo, mostrando al mondo quali passi da gigante stia facendo il Cremlino nell’ambito della politica estera e della diplomazia internazionale. In passato esclusiva dell’Occidente.

L’accordo concluso a Sochi tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan – e in assenza del presidente siriano Bashar Al Assad – ha riportato i soldati della Federazione Russa nel nord della Siria. Secondo quanto riporto dall’agenzia di stampa Ria Novosti, Mosca, appena ristabilitasi nel nord del Paese, intende già rafforzare il suo contingente di sorveglianza smobilitato dalla Repubblica cecena con l’invio di altri 276 uomini della polizia militare e 33 unità per la logistica, che arriveranno in Siria entro il termine della prossima settimana.

Il grosso di queste forze si stabilirà in una base alla periferia della città siriana di Kobane, che si trova a solo 2 km dal confine con la Turchia. In questo modo le forze di sicurezza inviate dal Cremlino potranno sorvegliare l’area di confine tra i due paesi – una striscia larga circa 30 chilometri – e insieme alle guardie di frontiera siriane monitorare l’effettivo ritiro dei curdi dell’Ypg, le Unità di Protezione Popolare che si erano immediatamente opposte all’offensiva turca in suolo siriano.

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