padoan tesoroLa prescrizione che ostacola la lotta alla corruzione, i conflitti d’interesse, i collegamenti con le associazioni criminali, la mancanza di giudici e gli appalti pubblici definiti come “un settore a rischio“. È severo il giudizio della Commissione europea sugli “squilibri” italiani. Eppure per il Tesoro sono soltanto due i problemi segnalati da Bruxelles: stando al comunicato pubblicato sul sito “la Commissione segnala il livello ancora alto di crediti bancari in sofferenza e divergenze tra le regioni sulla regolazione della cosiddetta economia collaborativa”. La prescrizione che ostacola la lotta alla corruzione, i conflitti d’interesse, i collegamenti con le associazioni criminali, la mancanza di giudici e gli appalti pubblici definiti come “un settore a rischio“. È severo il giudizio della Commissione deuropea sugli “squilibri” italiani. Eppure per il Tesoro sono soltanto due i problemi segnalati da Bruxelles: stando al comunicato pubblicato sul sito “la Commissione segnala il livello ancora alto di crediti bancari in sofferenza e divergenze tra le regioni sulla regolazione della cosiddetta economia collaborativa”.

La prescrizione che ostacola la lotta alla corruzione, i conflitti d’interesse, i collegamenti con le associazioni criminali, la mancanza di giudici e gli appalti pubblici definiti come “unsettore a rischio“. È severo come al solito il giudizio dellaCommissione europea sugli “squilibri” italiani che emerge dal rapporto ad hoc reso noto insieme a quello sul debito pubblico. Eppure per il Tesoro sono soltanto due i problemi segnalati da Bruxelles: stando al comunicato pubblicato sul sito del dicastero di via XX Settembre “la Commissione segnala il livello ancora alto dicrediti bancari in sofferenza, che accennano a calare solo dal 2016, e divergenze tra le regioni sulla regolazione della cosiddettaeconomia collaborativa il cui sviluppo è considerato cruciale dalla Commissione per promuovere la crescita della competitività”. Nel rapporto semestrale, però, c’è anche altro.dall'articolo

“Riforme bloccate a metà 2016”- La comunicazione della Commissione sul progresso delle riforme strutturali nell’Eurozona non manca di riconoscere che Roma ha avviato una serie di “riforme positive“, un passaggio molto apprezzato dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. “Nella sua analisi annuale la Commissione Ue apprezza l’ampiezza delle riforme avviate e realizzate dai governi italiani in questi anni. Gli effetti delle riforme si vedono: la crescita è tornata, l’occupazione aumenta, il credito funziona meglio. Ma dobbiamo fare di più”, scrive su twitter, nonostante la stessa commissione sottolinei che “lo slancio delleriforme si è indebolito da metà del 2016 e restano lacune in politiche importanti, in particolare per quanto riguarda laconcorrenza, la tassazione, la lotta alla corruzione ed il quadro della contrattazione collettiva”. In pratica l’azione riformatrice del governo si è bloccata nello stesso periodo in cui è entrata nel vivo la campagna elettorale per il referendum costituzionale. Ma non solo.

 dall'articolo di F. Q.  per ilfattoquotidiano.it  

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