Con la delega ministeriale la valutazione non spetterà più alle scuole, ma a commissioni esterne. Oggi pomeriggio terranno un presidio davanti a Montecitorio. Perché le nuove norme sull’inclusione scolastica preoccupano le famiglie: “Assenza di continuità didattica ed eliminazione dei Gruppi di lavoro sull’handicap” dice il padre di una bimba sorda e con emiparesi. “Il vero discrimine – denuncia il padre di un ragazzo autistico – è tra chi vince le sentenze e chi non ha i mezzi per fare ricorso”. E poi c’è la mamma di una bambina con la sindrome di down ingaggia battaglie legali. Ecco le testimonianze.

scuola disabili 675“La riforma finge di promuovere l’inclusione ma in realtà attiva meccanismi perversi per favorire la politica di risparmio del Miur, difatti in ogni parte del provvedimento si fa riferimento alla frase ‘entro i limiti delle risorse disponibili'”. Così Chiara Garacci, madre di una bambina con sindrome di Down e avvocato siciliano che ha vinto due cause per il rispetto del diritto allo studio, commenta le novità introdotte dal ministero dell’Istruzione nella legge delega sul sostegno approvata dal Consiglio dei Ministri il 14 gennaio 2017, ora al vaglio della Commissione cultura alla Camera. Il Miur ha dichiarato l’obiettivo di migliorare l’esperienza scolastica dei 234mila alunni con disabilità iscritti nelle scuole italiane, agevolare il lavoro degli insegnanti di sostegno, facilitare l’impegno delle famiglie: in sostanza far fare un reale salto di qualità all’inclusione scolastica in Italia. Le associazioni che si occupano di difendere il diritto allo studio dei disabili la vedono molto diversamente. “Niente di tutto questo è previsto con la legge delega sul sostegno” denunciano alcuni genitori degli studenti con disabilità. Tra i punti più criticati ci sono quello sulla formazione iniziale degli insegnanti e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria e soprattutto quello sulla valutazione-certificazione delle competenze degli studenti disabili nel primo ciclo di studi: di fatto, l’ultima parola per valutare gli studenti con disabilità non spetterà più alle scuole ma ai Gruppi per l’inclusione territoriale (commissioni esterne, composte da un tecnico presidente, tre presidi e due docenti nominati dall’Ufficio scolastico territoriale che risponderanno direttamente all’amministrazione).

dall'articolo di Renato La Cara per ilfattoquotidiano.it

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