capture 021 08042020 103845Nuova puntata della rubrica “Amore non è solo amare” della dott.sa Valeria Randone, specialista in psicologia e sessuologia clinica. Se avete domande, suggerimenti, o desiderate che venga trattato un tema in particolare, scrivete a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Sono giorni pericolosi e lenti. Intrisi di attesa, di preoccupazione e di deprivazione. Il coronavirus, in maniera altamente democratica, ci ha portato via tanti tasselli davvero  importanti per la nostra vita intima. Li ha temporaneamente derubricati dal nostro quotidiano, mettendo a dura prova l’intimità e l’affettività. L’amore ha bisogno di pelle e di sensi, di corpo e di condivisione; ingredienti caldamente sconsigliati durante questa fase così delicata e fragile delle nostre vite.

Il virus ha modificato la regia amorosa dei nostri incontri e ci ha impedito di fruire dell’intimità e del partner, dei baci e dell’altro, facendoci sprofondare in un clima di diffidenza e controllo. Di ansia che diventa fobia, e di paura che diventa angoscia.

I gesti che solitamente comunicano più di mille parole, in un momento di carestia sensoriale e di evitamento fobico dell’altro, devono stare a riposo e lasciare il posto alle parole e alla prudenza. Oggi, dimostrare quanto provato senza baci e carezze, e per di più a distanza, diventa faticoso e complicato. Le parole devono prendere il posto degli abbracci e dei baci e cercare di surrogare l’intimità temporaneamente negata e procrastinata.

 

Il virus ha messo in pausa gli amori a distanza, e a dura prova i conviventi in crisi e gli amanti. Lavora ai fianchi delle persone sole e duella con la scarsa pazienza degli adolescenti.

Le coppie di conviventi e lo spazio ristretto
La quarantena che ricorda una domenica che non finisce mai o un mese d’agosto dilatato nel tempo, può avere effetti collaterali sugli equilibri delle coppie.

Le situazioni di convivenza forzata slatentizzano verità taciute. Due partner che vivono insieme da poco o da tanto tempo, marito e moglie o due conviventi, hanno organizzato la loro vita di coppia sulla presenza e anche sull’assenza dell’altro.

Sul fare delle cose insieme e sul farne altre senza la presenza dell’altro. Sugli spazi condivisi e gli spazi privati: delle zone riservate dove all’altro non è concesso entrare.

La giusta distanza in amore è assolutamente indispensabile per mantenere un buon equilibrio di coppia, per far sì che la coppia diventi longeva e non asfittica, e per mantenere in vita il desiderio sessuale. Un abuso temporale dell’altro e una convivenza forzata potrebbero facilitare liti frequenti, efferati scambi, sino ad arrivare a una sorta di intolleranza o saturazione psico-fisica.

Gli ambienti condivisi - non tutti possiedono case grandi e ambienti divisibili in funzione delle cose da fare, del bisogno di solitudine o dell’umore - diventano generatori di tensione e di ansia. “Ansia da condivisione”, tanto rischiosa e altrettanto frequente di quella da separazione.

Amanti: vivere la distanza tra  paure e ansie
Gli amanti, coloro che si amano ma che sono partner di altri partner, vivono la quarantena da coronavirus come uno strazio, un’ulteriore sofferenza che si va a sommare alle altre da “non scelta”. Subiscono la schizofrenogena scissione data da una costante separazione, resa assoluta dalla quarantena. Un condizione di carestia di spazio e di tempo, rinchiusi in una casa ma con il cuore altrove. Questa apnea sensoriale diventa dispensatrice di quote di sofferenza e insofferenza, di paure di poter perdere il partner amato e del domani. La coabitazione con il partner ufficiale rende oltremodo difficoltosa la spontaneità, le telefonate e le chat, la solita condivisione di molti istanti del quotidiano, che stemperano la tensione e la sofferenza e che scaldano il cuore. Le giornate diventano interminabili e silenti: ricordano un fine settimana che stenta a diventare lunedì.

Durante il fine settimana, ad agosto, per le festività e le quarantene, l'intensità del sentimento lascia il posto alla solitudine, alla paura dell'abbandono, terreno fertile per il sopraggiungere della gelosia e dell'insicurezza; compagne di viaggio degli amori altri, nonché pessime consigliere del cuore.

Fidanzati e adolescenti: due case, due cuori

I ragazzi, solitamente, hanno una scarsa tolleranza alle frustrazioni e alle limitazioni. Tendono a contrattare sui limiti e hanno una scarsa percezione del rischio. Per loro, che siano innamorati o meno, il dover rimanere chiusi in casa diventa generatore di moti di ribellione e nervosismo.

In loro aiuto subentra la tecnologia. La loro destrezza nel muoversi abilmente tra le tante app e le altrettante opportunità che offre il web diventa un’opportunità di incontro, e lenisce la sofferenza da obbligata distanza. Quasi tutti i ragazzi parlano tra di loro, si raccontano tramite i loro oggetti tecnologici: condividono storie, spezzoni della loro vita quotidiana, pasti, affettività e intimità.  

Miscelano internet con i loro più segreti sentimenti e con la dimensione più profonda dell’amore. L’etere può rappresentare il precursore di un incontro, in questi casi un incontro, così come può contribuire alla sua manutenzione; alla lunga, però, non può sostituirsi a un amore reale, il quale reclama una buona dose di sensi, di umori e malumori.

Single o soli
La quarantena non sempre e non per tutti può essere trascorsa in compagnia. Con il termine inglese “singleton”, non si intende semplicemente il vivere da soli, ma ci si riferisce a una scelta di vita. Un modus vivendi e operandi fortemente voluto, a prescindere dall'avere o meno un partner. Si tratta di un fenomeno demografico in crescente aumento: uomini o donne che decidono di vivere da soli per scelta (o per paura dell’intimità) pur appartenendo a una coppia.

Le persone single, o sole, dovranno trascorrere l’isolamento in casa in compagnia della loro solitudine, dei loro silenzi protratti e di quello che, in situazione di ritiro dall’ambiente, senza distrazione alcuna, potrebbe fare rumore. Quando parliamo di solitudine, la immaginiamo come una condanna, come un triste destino, come una scelta subita, più che voluta. In realtà, vivere da soli spalanca le porte verso un’intimità davvero interessante. Quella con sé stessi.

La persona single o sola potrà abitare uno spazio mentale e fisico fatto di silenzi e di abitudini, da concimare come desidera: libri, amicizie, televisione e consuetudini soggettive trascorse in funzione del proprio sentire, del proprio bioritmo e del più segreto volere e piacere.

Soluzioni parafulmini. Email, video chiamate e chat: tre finestre percettive
Che trattasi di amori giovanili o brizzolati, in questa fase di quarantena obbligatoria, l’etere svolge una funzione parafulmini.

Gli innamorati diventano amanti di penna, più modernamente detti amanti di chat; rimangono in contatto in attesa di tempi migliori. La scrittura, così come la distanza, aiuta l’intimità e le confessioni. Può rappresentare un ponte levatoio tra il mondo inconscio dell’uno a quello dell’altro.

Le chat o le email rappresentano dei veri diari di bordo emotivi, contenitori di fantasie, emozioni, desideri e peccaminose confessioni.

Gli amori pendolari, per esempio, sono coppie che vivono in due case o in due città per scelta o per necessità. Sono abituati a gestire al meglio la distanza, sanno trasformarla in una risorsa per la coppia. Una vera strategia seduttiva. Voli al volo, treni ad alta velocità, email e chat da abitare come se fossero il soggiorno di casa. Il luogo della condivisione e dello scambio. In attesa di vedersi ancora. Quindi, si tratta di partner che sono abituati a vivere e adoperare la distanza, mettendola a favore dell’eros  del legame d’amore.

La sessualità corre sul filo del telefono e si trasforma in sexting: le chat e le immagini colmano la mancanza dell’altro, con la consapevolezza che la quarantena sia a termine. Quando fisicità langue, la distanza alla lunga può compromettere un legame. Inoltre, l’angoscia gioca brutti scherzi e fa sprofondare i partner in pensieri malsani.

Si può stare insieme senza stare insieme?
Assolutamente si. Quando la coppia non è in prossimità di una crisi e uno dei due non soffre di particolari problematiche psichiche (dipendenza affettiva, depressione, nevrosi d’ansia), il partner amato diventa una presenza interna.

Una sorta di “oggetto interno” - termine preso in prestito dalla psicoanalisi - che abita dentro di noi sempre, nella speranza che sia per sempre.

La quarantena, la convivenza e la separazione forzata diventano un vero banco di prova per le coppie pericolanti o eroticamente infelici, per chi vive in due città, per gli amanti. Amori avari di corpo, e corpi avari di amore, sprovvisti entrambi della spezia dell’integrità, sono amori pericolanti, resi ancora più instabili dalla separazione o dalla convivenza.

Noi tutti siamo abituati ad attribuire a parole come silenzio, pausa e solitudine un significato di malinconia e tristezza, avvolte da una connotazione nefasta e punitiva. 

In realtà non è sempre così. Questo periodo di prudenza nei contatti può rappresentare una sorta di finestra percettiva sul nostro mondo interno, dopo il quale saremo più consapevoli. E forse più coerenti.

* Valeria Randone è psicologa, specialista in sessuologia clinica, con studio a Catania e Roma (www.valeriarandone.it) e autrice del libro “Ex forse ex

"Amore non è solo amare", un anno della rubrica fra felicità, gelosie e asimmetrie sentimentali
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