capture 061 11042020 201633Qualche giorno fa sono stato bannato da facebook per aver postato una lettera di Mussolini,scritta di suo pugno, un documento storico verso cui la censura non dovrebbe operare.Essere bannati, significa in sostanza ricevere una vera e propria condanna, senza alcun processo né giudice né diritto al contraddittorio, che consiste nella impossibilità di scrivere post, di mettere like, di scrivere commenti negli altri post e il divieto di usare messenger,l’applicazione di chat e messaggistica privata di proprietà facebook. Tale condanna assume connotati ben più rilevanti e gravosi se si considera il periodo storico che stiamo vivendo ossia l’essere costretti a stare in casa dove i social assolvono la funzione di dare a tutti noi, come dei “condannati agli arresti domiciliari”, la possibilità di restare in contatto con amici e conoscenti nonché comunicare col mondo esterno. Ebbene facebook, una società di capitali privata americana, ha di fatto il potere di togliere la parola a chiunque, in tutto il mondo, di censurare qualsiasi pensiero che non sia a loro gradito, in totale contrasto con i nostri diritti costituzionalmente garantiti come il diritto alla libertà di parola e pensiero tutelati dall’art 21. Ma entriamo nel merito e andiamo a vedere il “motivo”, se esiste un motivo (ed esiste certamente) della mia condanna. Come dicevo poc’anzi, il “reato” da me commesso consisterebbe nell’aver postato, tra l’altro senza neppure aggiungere alcun commento, (quindi il documento “nudo e crudo”, come la storia ci ha consegnato), una lettera di Mussolini all’ingegner Romeo, quello dell’Alfa Romeo. Ma come è possibile, dico io, che si tolga la parola ad un cittadino, soltanto per il fatto di aver postato un documento storico? Chi ha paura della storia e perché? Come può, mi sono chiesto, un documento storico far così tanta paura, tale da giustificare un atto così grave come la censura, che consiste non soltanto nel togliere la parola ad un cittadino, ma che arriva addirittura a censurare il documento stesso ritenuto da facebook “impubblicabile!”? E allora andiamolo a vedere questo documento, vediamo insieme cosa c’è scritto di così tanto pericoloso da spaventare il colosso americano. La lettera è del 1928, 92 anni fa. Quasi un secolo. Mussolini, capo del Governo, scrive all’Ing. Nicola Romeo, allora Presidente dell’Alfa Romeo: “Pregiatissimo ingegner Romeo, ieri tornando da Firenze ho guardato con attenzione gli strumenti della mia Alfa (che va, del resto, molto bene) e ho fatto le seguenti constatazioni: i magneti sono tedeschi, l’orologio è svizzero, la tromba (che non funziona) è francese. Non escludo che nell’interno ci siano altri “esotismi”. È così che si aiutano i prodotti nazionali? Non si fanno – dunque – in Italia magneti, orologi, trombe?” Eccola qua, la lettera che fa così tanta paura. Personalmente trovo questa lettera straordinaria. Di una attualità disarmante, con una punta di ironia nei confronti degli amati/odiati cugini francesi. Si può pensare quel che si vuole sul Duce e non è questa la sede per un eventuale dibattito. Limitiamoci al contenuto della lettera. Come si può non condividere quel che è scritto? Una lettera così dovrebbe essere insegnata nelle scuole. Dovrebbe essere affissa nelle nostre piazze, come fosse un manifesto pubblico. Dovrebbe essere pubblicata un giorno sì e l’altro pure nei quotidiani nazionali, presa da esempio di come si dovrebbe gestire l’economia di un paese. E invece viene censurata, perché fa paura, perché è dirompente, perché si pone in contrasto con l’economia e il sistema attuale che professa l’esatto contrario. Un pensiero siffatto distruggerebbe le attuali leggi del mercato, sarebbe contro quel liberismo economico che professa la globalizzazione, che si traduce nel produrre nelle zone più economiche, a discapito dei diritti dei lavoratori, o dell’età dei lavoranti, costretti sin da bambini a massacranti ore di lavoro alle dipendenze delle multinazionali.

 

E’ evidente che il liberismo osannato da facebook, senza gli “esotismi”, morirebbe. Non siamo in grado noi, come popolo italiano, che abbiamo inventato tutto, fare magneti, orologi e trombe? Certo che siamo in grado. E sarebbero i migliori magneti, i migliori orologi e le migliori trombe mai prodotte sulla terra. Cosa c’è di spaventoso in questa lettera? Tutto è spaventoso, per il mercato e il sistema dominante. E’ la condanna a morte della globalizzazione, il rifiuto categorico di certe politiche oggi ampiamente di moda, che vedono ad esempio il marchio italiano ma la produzione in Romania o in Cina. In questa lettera, tremendamente efficace, e nella censura che ne consegue, c’è tutto il terrore che certe idee possano rinascere, il terrore che il popolo italiano possa riprendere coscienza di se e risollevarsi dalla sudditanza cui ci hanno relegati.
E se queste idee fossero, non solo condivise dagli italiani, ma dai francesi, o dai tedeschi? Cosa accadrebbe? Il crollo del sistema dominante, la fine delle multinazionali e dei colossi del capitale, ecco cosa accadrebbe. Facebook, che invece incarna e rappresenta la voce di quel sistema liberista capitalista e globalista, ha paura che certe idee possano rinascere. E fa bene ad aver paura perché sarebbe la loro fine. Quelle idee vanno dunque censurate. Nessuno le deve leggere. Eppoi hanno da sempre paura del genio italiano: il terrore che noi italiani possiamo acquistare fiducia nelle nostre capacità, come popolo, e stravolgere i
mercati e la concorrenza dell’intero pianeta. Da questa vicenda appare chiara una cosa: le idee di un popolo libero e sovrano non muoiono mai, sopravvivono nel tempo e continueranno a far paura, al sistema, all’economia globalista e a tutti coloro che ci vogliono schiavi.

di Andrea Morico