spola tra Libia e ItaliaIl sistema di tracciamento delle navi mostra come le imbarcazioni delle Ong facciano la spola tra la Libia e l'Italia. A volte le immagini parlano più di mille parole. Pensate al caso delle navi delle Ong impegnate nel Mediterraneo nel soccorso dei migranti lasciati alla deriva sui barconi. Fino ad oggi molti avevano sollevato dubbi sulle attività di recupero in mare delle imbarcazioni umanitarie. Ora quelle perplessità sono sostenute dalle immagini (guarda il video).


A settembre l'agenzia Frontex dell'Unione Europea accusò le Organizzazioni Non Governative di essere "colluse" con gli scafisti. L'accusa suonava più o meno così: gli scafisti prima di mettere in mare le imbarcazioni forniscono ai migranti l'esatta posizione delle navi delle Ong (Aquarius, Golfo Azzurro e altre), così da assicurare un rapido ripescaggio. Le Onlus, a partire da Medici Senza Frontiere fino ad arrivare a Save the Children, passando dalla Croce Rossa, risposero piccate affermando si trattasse di un "aggressione politica".

In realtà il tempo ha portato a galla una verità meno rosea di quella delineata dai vertici delle Ong. A febbraio Frontex è tornata alla carica contro le navi umanitarie, scrivendo nel rapporto 2017 che di fatto "aiutano i criminali a raggiungere i loro obiettivi a costi minimi, rafforzando il loro modello di business". La mancanza di coordinamento con le autorità Ue e il vizio di spingersi anche oltre i limiti delle acque territoriali, secondo l'Europa spinge i trafficanti a mettere in mare sempre più barconi, sempre più carichi e con meno benzina. Tanto - è il ragionamento - poco dopo la partenza i migranti vengono presi in carico dalle navi delle Ong che li portano in Italia. Con l'unico effetto di aumentare le morti in mare.

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dall'articolo di per ilgiornale.it

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