“Non ci sono sufficienti garanzie di portare avanti un’agenda comune per riformare l’Europa. Non c’è abbastanza terreno comune”. Con queste parole, il capogruppo dell’Alde, Guy Verhofstadt, ha annunciato la rinuncia all'alleanza in Europarlamento con il M5S, che qualche ora prima aveva ratificato con il voto online l’uscita dal gruppo Efdd e l’ingresso nell’Alde. Per i grillini, quindi, un progetto finito male prima ancora di iniziare. “Rimangono differenze fondamentali sulle questioni europee chiave” ha detto l’ex premier belga, che tuttavia ha sottolineato come “nelle questioni degli interessi condivisi, come l’ambiente, la trasparenza e la democrazia diretta, il gruppo Alde ed il Movimento 5 Stelle continueranno a lavorare strettamente insieme”. Al netto degli spiragli lasciati dal leader di Alde, la conseguenza per il M5s è solo una: a Bruxelles finirà nel gruppo dei non iscritti. “Un danno enorme” lo ha definito Piernicola Pedicini, eurodeputato che prima dell’uscita del M5s dal gruppo degli euroscettici era il candidato alla presidenza dell’Europarlamento.
Incassato il niet da Verhofstadt, dal Movimento si sono affrettati a spiegare che a sancire il mancato ingresso nel terzo gruppo più grande dell’Europarlamento è stato”l’establishment”. “Tutte le forze possibili si sono mosse contro di noi – si legge in una nota del M5s Europa – Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima”. La delegazione del M5s, conclude la nota, continuerà la sua attività per creare un gruppo politico autonomo per la prossima legislatura europea: “Il Direct Democracy Movement“. Di certo, nel gruppo parlamentare di Strasburgo lo stato d’animo più diffuso è la sorpresa, per non dire lo shock, perché credevano che all’interno dell’Alde la quadra fosse già stata trovata. A Bruxelles gli europarlamentari M5s hanno visto Davide Casaleggio, mentre Beppe Grillo era in collegamento. Nel frattempo, la base del partito è spaccata in merito al post che, pubblicato sul blog del leader M5S, ha annunciato il no di Alde all’ingresso pentastellato.
Fuori dalla galassia Cinquestelle, invece, tra i primi a reagire sono alcuni parlamentari renziani. “Vi giuro che non siamo su scherzi a parte – ha scritto Alessia Morani – In fondo Grillo rimane un comico. #ridicoli #lecomiche”. “Grillo ha esagerato ed ha perso la faccia – ha dichiarato Andrea Marcucci – Disinvoltura ed avventurismo del M5S sono stati respinti dall’Alde. Ora i liberali ed europeisti torneranno ad essere impresentabili”. “In Europa non li vuole nessuno” ha aggiunto Emanuele Fiano. Per Pierferdinando Casini “il fallito accordo tra Alde e M5S fa cadere nel ridicolo l’iniziativa di Grillo finalizzata solo a garantire posti e prebende ai suoi parlamentari”. Maurizio Gasparri ha attaccato: “Grillo impone al gregge scelte per soldi e prende porte in faccia. La tragedia di un uomo ridicolo e incapace #chiamateildottore”.
“La decisione del gruppo Alde è negativa: scampato il pericolo 5 Stelle” ha scritto su Twitter l’eurodeputata francese dell’Alde, Sylvie Goulard, candidata dal partito francese Mouvement démocrate guidato dal centrista François Bayrou. Per tutta la giornata soprattutto i francesi del gruppo avevano continuato a criticare -a mezzo di agenzia di stampa – la decisione di un’intesa tra Verhofstadt e i parlamentari M5s. Questo probabilmente ha spinto l’ex premier belga a tornare sui suoi passi.