capture 002 05062020 144237Zangrillo, direttore della terapia intensiva al San Raffaele di Milano: "Troppe previsioni sbagliate dagli epidemiologi" L'ira del comitato scientifico. Per Richeldi un messaggio fuorviante. Locatelli: "Sconcertato". Ippolito: "Niente mutazioni"

La polemica scoppia nel pomeriggio. Quando Alberto Zangrillo, numero uno della Terapia intensiva del San Raffaele di Milano e medico personale di Silvio Berlusconi, ai microfoni di Mezz'ora in più , lo dice in modo tranchant : "Clinicamente il nuovo coronavirus non esiste più, qualcuno terrorizza il Paese". E ancora: "Non si può continuare a portare l'attenzione su un terreno di ridicolaggine, che è quello che abbiamo impostato a livello di Comitato scientifico nazionale e non solo, dando la parola non ai clinici e non ai virologi veri". Subito si infiamma il dibattito, con gli esperti del Cts e la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa che invocano cautela. Perché "il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi fuorvianti".

Le parole di Zangrillo fanno riferimento, estremizzandola, all'ipotesi che il Sars-Cov-2 sia cambiato. Diventando più debole, e per questo responsabile di infezioni meno gravi: sostengono questa ipotesi Massimo Clementi, numero uno della Virologia dell'università Vita Salute sempre del San Raffaele - "Stiamo osservando pazienti con cariche virali nettamente inferiori rispetto alla prima metà di marzo, e che di conseguenza hanno una malattia in forma meno grave. Abbiamo appena ultimato uno studio con la Emory University di Atlanta" - ma anche Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova: "Il virus potrebbe essere diverso, la potenza di fuoco di due mesi fa non è la stessa di oggi. Lo dico da medico sul campo, la presentazione clinica ed il decorso sono più lievi".

 

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Queste ipotesi non sono però condivise da tutto il mondo scientifico. Anzi. Perplesso è per esempio il virologo Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive del Sacco e ordinario della Statale di Milano: "Mi sembra che affrontare la questione sia prematuro. In un articolo pubblicato online su Nature il 20 maggio, si descrivono oltre 300 casi di Covid- 19 e più di 100 sequenze del virus. E la conclusione è che le sue differenti manifestazioni sono dovuti a fattori individuali del paziente, quali l'età e la presenza di altre patologie, più che del virus stesso. È vero che oggi le caratteristiche delle persone che sono ricoverate in ospedale sono diverse, ma questo è dovuto al fatto che si riescono a fare prima le diagnosi e a prendere in carico i pazienti, vista anche la pressione ridotta sul sistema".

Ne fa invece una questione di numeri il virgolo Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell'Università di Padova: "Con 400 casi al giorno che, ancora oggi, vengono segnalati, parlare di virus scomparso mi pare prematuro. Stiamo di certo assistendo a un trend di riduzione dei contagi, ma dire che il virus non c'è più temo non sia giustificato dalle evidenze scientifiche. La cautela non deve essere abbandonata, anche perché siamo ancora di fronte a una malattia sconosciuta".

La prudenza dei virologi sul tema, del resto, è la stessa del Comitato tecnico-scientifico. Che tramite uno dei suoi membri, lo pneumologo Luca Richeldi, alle parole di Zangrillo reagisce in modo netto: "È indubbio e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta. Ma questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese. Per questo non si devono dare messaggi fuorvianti". Gli fanno eco Giuseppe Ippolito, direttore dello Spallanzani di Roma - "Non vi è alcuna prova o studio scientifico pubblicato che dimostri che il Sars-Cov-2 sia mutato. Abbiamo ora meno casi gravi a dimostrazione che le misure di contenimento hanno dato i loro frutti" - e il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli. Che di fronte alle parole di Zangrillo parla di "sconcerto e grande sorpresa: basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a Sars-Cov-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo coronavirus".

Il timore, insomma, è che messaggi del genere possano dare il via libera a comportamenti privi di cautela, privi di quelle precauzioni che hanno contribuito a ridurre la circolazione del virus: "In attesa di evidenze scientifiche a sostegno della tesi della scomparsa del virus, della cui attendibilità saremmo tutti felici, invito a non confondere le idee degli italiani, favorendo comportamenti rischiosi - dice la sottosegretaria Zampa -. Occorre invitare sempre alla massima prudenza".

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