Una morte giovanissima quella avvenuta a Michigan. Jacob Clynick, di soli 13 anni è deceduto nel sonno tre giorni dopo aver ricevuto la seconda dose del vaccino Pfizer contro il coronavirus. Per questo i Centri Usa per il controllo e la prevenzione della malattia (Cdc) hanno preferito vederci chiaro e aperto un'indagine per verificare se ci possano essere delle correlazioni tra il decesso e la somministrazione del vaccino. Ad ora comunque massima cautela, perché "è prematuro individuare una causa del decesso fino a quando l'indagine non sarà completata", ha spiegato Martha Sharan dell'ufficio relazioni pubbliche del Cdc.
E ancora: "Quando un evento avverso grave, come la morte, viene segnalato al Vaccine Adverse Event Reporting System (Vaers) dopo la vaccinazione anti Covid-19, il Cdc richiede ed esamina tutte le cartelle cliniche associate al caso, compresi i certificati di morte e i rapporti autoptici. La determinazione della causa della morte viene effettuata dal funzionario certificatore che completa il certificato di morte o dal patologo che conduce l'autopsia".
«Non hai capito, qui la parte sanitaria la gestiscono Speranza e i suoi. Non sono un commissario pieno, detto tra me e te». «Se mi sostituisco al governo questi mi ammazzano». «Non è una gestione mia. Ci sono Conte e Speranza, spero che tu lo capisca, ciao». I messaggi ce li riporta il collega dell'Espresso Fabrizio Gatti. Vanno dal 29 febbraio al 3 marzo 2020 e li ha inviati Angelo Borrelli a Piero Moscardini. Allo scoppio della pandemia Moscardini, da capo operativo ormai in pensione, era tra i consiglieri di Borrelli, allora capo della Protezione Civile di cui Moscardini è stato coordinatore di tante operazioni di soccorso: l'alluvione di Firenze del '66, i terremoti in Friuli e in Irpinia nel '76 e nell'80, quello in Umbria e nelle Marche del '97, poi all'Aquila.
«Quando ho cominciato a mostrare le chat di WhatsApp tra Borrelli e Moscardini» dice a Libero Gatti, autore del libro L'infinito errore. La storia segreta di una pandemia che si doveva evitare (La Nave di Teseo), «il presidente Fassino mi ha tolto la parola». Piero Fassino (Pd) è il presidente della Commissione Affari Esteri alla Camera dove giovedì Gatti era sta convocato "nell'ambito (così recita il documento ufficiale) dell'esame della proposta di inchiesta parlamentare per l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sullo scoppio della pandemia di Sars-CoV-2 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati e dall'Oms per evitarne la propagazione".
Il cardinale Angelo Becciu a processo. A confermare la notizia, senza precedenti nella storia del Vaticano, è un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede: l'altissimo prelato finirà alla sbarra del Tribunale vaticano con l'accusa di peculato, abuso d’ufficio anche in concorso e subornazione, per decisione del presidente del Tribunale Vaticano Giuseppe Pignatone e su richiesta dei pm del Papa, Gian Piero Milano, Alessandro Diddi e Gianluca Perone.
La vicenda è nota e ha fatto tremare la Chiesa: 9 mesi fa monsignor Becciu è stato defenestrato da Papa Francesco dal ruolo di prefetto della Congregazione delle cause dei santi e privato dei diritti connessi al cardinalato in seguito al suo coinvolgimento nelle indagini sull'acquisto del palazzo di Londra da parte della Segreteria di Stato. Il rinvio a giudizio di Becciu è un precedente storico perché Bergoglio, 12 mesi prima, aveva modificato la legge sull’ordinamento giudiziario del Vaticano consentendo al Tribunale Vaticano di poter giudicare anche i cardinali e i vescovi nelle cause penali.
Il 27 luglio è fissata la prima udienza, che vedrà in tribunale oltre a Becciu anche altri 9 imputati. "Personale ecclesiastico e laico della Segreteria di Stato e figure apicali dell’allora Autorità di Informazione Finanziaria, nonché personaggi esterni, attivi nel mondo della finanza internazionale", si legge nel comunicato stampa: René Brülhart, Mauro Carlino, Enrico Crasso, Tommaso Di Ruzza, Cecilia Marogna, Raffaele Mincione, Nicola Squillace, Fabrizio Tirabassi e Gianluigi Torzi.
Mentre l’Unione Europea vara misure sempre più stringenti contro le emissioni di gas serra per raggiungere gli obiettivi di produzione di energie verdi stabiliti dall’Onu e gli Stati Uniti tornano negli accordi ecologici globali dopo la parentesi trumpiana, si scopre che cinque potenze dell’oriente punteranno fortemente sugli impianti a carbone per sostenere le richieste energetiche della loro crescita economica. Che dopo la crisi del Covid tornerà a essere dirompente. Carbon Traker Initiative, think tank ecologista con sede a Londra, ha scoperto che la Cina ma anche l’India, il Giappone, l’Indonesia e il Vietnam stanno finanziando la costruzione di più di 600 nuove centrali a carbone. Le peggiori in termini di inquinamento ed emissioni di Co2. Pechino resta il principale investitore mondiale in questo settore. Al momento ha in uso centrali che danno 1.100 gigawatt ma ha intenzione di aumentare l’energia prodotta di altri 187 gigawatt. Insomma, noi puliamo l’ambiente proprio mentre l’Asia ci inquina.