Di Battista AuguriA volte non è facile. Ci facciamo il mazzo da quattro anni. Tutti i fine settimana. In tanti ci sostengono (grazie, siete indispensabili), in tanti ancora hanno dubbi, oppure si sentono legati a quel sistema dei partiti che ci ha (a tutti) rovinato la vita. A volte non è facile essere del M5S. Un congiuntivo sbagliato per gran parte dei media sembra essere più grave di aver votato leggi su leggi incostituzionali, di aver salvato condannati illustri o di aver avallato interventi armati scellerati, in Libia, Afghanistan o Iraq. A volte non è facile. Restituiamo una barca di soldi, ci tagliamo gli stipendi, non prendiamo un euro di rimborsi elettorali. Per finanziarci ci inventiamo la qualunque, facciamo i camerieri in pizzeria, andiamo a dormire a casa degli attivisti, chiediamo micro-donazioni nei nostri banchetti. A volte non è facile. In Parlamento ci sono condannati, indagati per fatti gravissimi, c'è persino l'autista del fondatore della Nuova Camorra Organizzata. Eppure i TG dedicano servizi infiniti su una querela per diffamazione (tra l'altro è stata richiesta l'archiviazione). A volte non è facile. Credetemi. Facciamo tanti sacrifici. Ma poi penso a chi di sacrifici ne fa ben altri. Penso a chi vive intorno all'ILVA, a quegli imprenditori che si taglierebbero un braccio piuttosto che licenziare, a quei giornalisti che rischiano la pelle nel fare una denuncia. Penso a quei genitori che hanno il coraggio di mettere al mondo un figlio anche se lo Stato non dà alcun servizio, penso a chi campa con 440 euro di pensione al mese, penso agli studenti che devono lavorare per poter studiare. Penso a tutto questo e trovo la forza. Vi ringrazio ancora per il sostegno enorme che ci date, che mi date. La frase che ascolto più per strada quando mi ferma qualcuno è: “non mollare”. Ebbene non mollerò.

RAGGI VirginiaSulla Stampa Mattia Feltri mostra le buone decisioni prese fregandosene della democrazia diretta.  Sul Buongiorno della Stampa di oggi Mattia Feltri è partito da una piccola notizia – la chiusura al traffico di tre vie di Roma – per far notare che in questo caso Virginia Raggi, eletta sindaco di Roma col Movimento 5 Stelle nel giugno 2016, ha deciso di fare il sindaco. Sta cioè decidendo e facendo quello che le pare giusto senza passare ogni volta dai meccanismi della cosiddetta democrazia diretta: «e poi ci si rivede alle prossime elezioni», scrive Feltri, dove i cittadini potranno valutarla in base al suo operato.

Raggi indice 8Le dimissioni diventano ufficiali. VIII municipio provvisoriamente a Virginia Raggi in attesa del commissariamento e di nuove elezioni. Sei mesi fa con il 60% al ballottaggio, Paolo Pace sconfiggeva il Pd in una delle sue roccaforti storiche romane: l'VIII municipio della "rossa" Garbatella, ma anche casa di Giorgia Meloni.  Nell'estate 2016 il cielo sopra il municipio - per superficie e numero abitanti pari alla città di Bergamo e di molte altre città italiane - era sereno e pentastellato, nulla avrebbe fatto presagire l'arrivo della tempesta perfetta dei mesi successivi, culminata con le dimissioni della presidenza.

I problemi sorgono con lo scontro sui progetti urbanistici e, in particolare, sulla riqualificazione degli ex Mercati Generali a Ostiense, vicenda che ha segnato definitivamente la fine dell'unità della maggioranza M5S in Municipio.  Le dinamiche innescatesi nel parlamentino di via Benedetto Croce assomigliano alle tipiche lotte partitiche tra correnti, con accuse reciproche di tradimento dei valori fondativi del Movimento. Da una parte la giunta, dall'altra la maggioranza in consiglio municipale - spaccata anche essa tra fedeli alla sindaca e "ortodossi" vicini alla Lombardi- in un susseguirsi di "tentativi di sabotaggio" dell'azione della giunta, addirittura " veri e propri blitz negli uffici amministrativi" da parte di consiglieri municipali, che hanno portato lo scorso 17 marzo il presidente Pace a protocollare le dimissioni.

Nelle intenzioni del presidente quel passo indietro avrebbe potuto servire a stemperare il clima rovente e a tentare una mediazione con il Campidoglio per scongiurare le dimissioni, perché la crisi politica non è derubricabile a un fatto municipale circoscritto, ma nasconde un problema di metodo che potrebbe creare un effetto domino in altri municipi romani: "rispetto all'VIII, in altri municipi sono stati più intelligenti a tenere nascosti i problemi - le parole del presidente Pace contattato telefonicamente stamattina - ma il rischio emulazione c'è e fossi stato nella Raggi avrei evitato di far cadere il municipio VIII".

La vicenda sembra non aver interessato più di tanto la Sindaca, dato che secondo la versione di Pace nei 20 giorni disponibili per ritirare le dimissioni, nessuno si è mai fatto vivo dal Campidoglio per un chiarimento, se non due consiglieri comunali la sera del 4 aprile, vigilia del termine ultimo per le dimissioni, "ma non hanno fatto nessun tipo di proposta, mi hanno chiesto solo informazioni".

Le strade di Pace e M5S a questo punto potrebbero dividersi: "Sono deluso umanamente, ma soprattutto politicamente, e se non si cambierà il metodo nel selezionare i candidati portavoce il cambiamento prospettato dal M5S non potrà mai avvenire".

Ora la palla passa alla Raggi, che si occuperà dell'ordinaria amministrazione del municipio in attesa del Commissariamento e nuove elezioni. Di sicuro, il cielo sopra Garbatella non è più così sereno e le nubi aleggiano anche sopra il Campidoglio.

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Petizione RaggiDopo 23 anni dall’ultimo regolamento in materia di partecipazione popolare, il MoVimento Cinque Stelle ha presentato una proposta di delibera di modifica dello Statuto di Roma Capitale per introdurre nuovi strumenti di democrazia diretta: referendum propositivo, abrogativo e consultivo senza quorum, bilancio partecipativo, petizioni popolari elettroniche e consultazioni online.
Passeremo dalla città di "Mafia Capitale" a "Roma Capitale della democrazia diretta e della trasparenza". Si tratta di una rivoluzione culturale.

La democrazia rappresentativa si sta destrutturando e stanno emergendo nuove forme di partecipazione popolare dal basso in tutto il mondo, anche per la difesa dei servizi pubblici locali. Devono essere i cittadini e le comunità locali a governare le città attraverso internet, utilizzando l’intelligenza collettiva. Il web sta rivoluzionando i rapporti esistenti tra cittadini ed istituzioni rendendo attuabile la democrazia diretta, così come applicata ad Atene e nell'antica Grecia. Con l’avvio di questo percorso istituzionale finalizzato a modificare la carta fondamentale della capitale siamo di fronte ad un tipping point per la democrazia diretta a Roma. Non appena saranno approvate in Assemblea Capitolina le proposte del MoVimento 5 Stelle di modifica dello Statuto di Roma passeremo all’adozione dei rispettivi regolamenti attuativi di questi nuovi strumenti. Grazie Gianroberto: il dado è tratto.

Le petizioni popolari elettroniche sono uno strumento antichissimo con il quale il cittadino presenta alle istituzioni una richiesta o una proposta. Il Parlamento Italiano in quasi 70 anni di storia dell’attuale Costituzione non ha mai approvato una legge attuativa dell’articolo 50 della Costituzione, che disciplina le petizioni popolari. All’estero, invece, questo istituto di partecipazione è utilizzato in varie forme. Il Parlamento del Regno Unito ha dato la possibilità ai cittadini inglesi di presentare petizioni popolari attraverso internet, raccogliere online ulteriori adesioni, ed illustrarle direttamente all’interno della Camera dei Comuni britannica. Il MoVimento 5 Stelle avvia questo percorso in meno di un anno di governo.

Referendum propositivo, abrogativo e consultivo, senza quorum: così i cittadini romani avranno la possibilità di sottoporre una proposta al voto popolare e l’amministrazione sarà tenuta a metterla in pratica. Abbiamo anche previsto la possibilità di sperimentare il voto elettronico - e-voting - in cabina elettorale per i referendum locali.

Bilancio partecipativo. Non è l’economia a dover governare i processi democratici ma è la democrazia che deve governare i processi d’integrazione economica. Verrà inserito il bilancio partecipativo, già diffuso in alcuni Comuni italiani tra cui Mira e Ragusa, governati dal M5S. Roma Capitale coinvolgerà i cittadini nella costruzione del bilancio sia a livello comunale che a livello municipale promuovendo la possibilità di destinare una quota alla decisione diretta dei cittadini. Dal 1996 il Bilancio Partecipativo è stato riconosciuto dall’Onu come una delle migliori pratiche di governance urbana nel mondo. Il controllo diffuso del denaro dei cittadini è stato sperimentato per la prima volta a Porto Alegre nel 1989 ed è stato adottato anche da Parigi con un sito Internet dedicato alla consultazione della cittadinanza su proposte e progetti da finanziare con il 5 per cento del bilancio.

di Virginia Raggi e dei consiglieri del MoVimento 5 Stelle a Roma da beppegrillo.it

Grillini banca pubblica lastampaitIl piano per Bankitalia: “Fuori gli istituti”. Nell’Italia del futuro disegnata dai 5 Stelle esisterà anche una Banca pubblica degli investimenti o Banca pubblica italiana. La natura di quella che sarà, in entrambi i casi, la Bpi prende spunto dai modelli di due istituti già esistenti in Europa, la BpiFrance e la tedesca Kfw, e verrà formalizzata in un disegno di legge a prima firma del deputato Alessio Villarosa. È uno dei capisaldi della riforma bancaria che il M5S vorrebbe portare avanti se arriverà al governo, assieme a un intervento duro su Bankitalia che i grillini vogliono slegare dall’azionariato privato delle singole banche, e portare sotto la mano pubblica

Roberto Fico 2 fotoIntervista a Roberto FICO: “Noi finanziati dalla Russia? Quereliamo Andrea Romano del Pd” E Grillo? “Garante, non capo”. I gruppi locali? “Libera aggregazione, ma per candidarsi paletti sempre più stretti”. “L’importante è essere chiari sulla strada da seguire, e coerenti. Dobbiamo essere un Movimento, tutti, senza individualismi. Continuando così andremo molto lontano”. L’ortodosso del Movimento 5 Stelle, Roberto Fico, fa il punto sullo stato di salute del M5S: “I gruppi locali devono ritrovare una strada al di là delle liste. Ora siamo comunque forti. La Rai? Se vinciamo le elezioni subito una legge per scegliere presidente e cda con bandi pubblici”.

Piercamillo Davigo e M5SLa corte del Movimento Cinque Stelle a Piercarmillo Davigo è appena cominciata. Il magistrato del mitologico pool di Mani Pulite ha da poco lasciato la carica di presidente dell'Associazione nazionale magistrati, il sindacato delle toghe, e intanto i grillini sono a caccia da tempo di nomi credibili da spendere per l'eventuale vittoria elettorale con il voto alle politiche del 2018. E così il candidato premier, si sussurra, potrebbe essere lui. Con buona pace di Luigi Di Maio, il premier in pectore.  L'intesa non è scontata, ma neanche così impossibile. Come riporta La Stampa, la mossa di avvicinamento a Davigo potrebbe seguire lo stesso schema usato in passato, tra il 2013 e il 2014, per avvicinare al Movimento personaggi del calibro di Stefano Rodotà o Nino Di Matteo.

Riccardo Fraccaro M5S 350Le critiche pretestuose apparse in queste ore sulla stampa locale ci forniscono l’occasione per spiegare nel dettaglio ai cittadini come si comportano i parlamentari del M5S relativamente a stipendi e costi della politica.  Non solo io e tutti gli altri deputati e senatori del M5S ogni mese ci dimezziamo lo stipendio, ma rendicontiamo scontrino per scontrino tutte le spese sostenute in qualità di parlamentari e le pubblichiamo sul sito tirendiconto.it, dove tutti possono andarle a verificare. Al netto delle spese sostenute, le eccedenze dei rimborsi per l’esercizio del mandato non vanno a finire sul nostro conto in banca, ma le restituiamo allo Stato e siamo gli unici a farlo, perché gli altri parlamentari si limitano a intascare il malloppo senza rendicontare nulla.  Questa regola, a cui ci atteniamo scupolosamente, mi ha permesso di restituire allo Stato italiano 184.537,65 euro fino ad oggi, a cui vanno aggiunti i 2.226,92 euro mensili di indennità come Segretario dell’Ufficio di Presidenza, a cui ho rinunciato fin dall’inizio e che quindi non compaiono sul portale delle restituzioni, per un totale di altri 106.892,16 euro.

Grillo DiBattista GenovaSdrammatizzare, derubricare l’indagine per diffamazione a carico di Grillo e Di Battista ad «atto dovuto», destinata a finire in archivio. «Non è mica un’inchiesta per corruzione» è stata la reazione a caldo del leader, rilanciata dal tam tam di deputati e senatori: «Siamo tranquillissimi». Eppure nessuno al vertice del Movimento sottovaluta gli effetti che la notizia piovuta dalla Procura di Genova potrebbe avere sulle amministrative. A cominciare dal capoluogo ligure, dove la cacciata di Marika Cassimatis ha spaccato il M5S e creato i presupposti per un altro caso Pizzarotti.

Raggi M5S sindacaTUTTE LE FALSITÀ DEL SERVIZIO DELLE IENE "C’è un falso nella candidatura del sindaco Raggi?" Ieri sera è andato in onda un servizio delle Iene che sosteneva che il modulo principale della presntazione della lista di Virginia Raggi riportava un falso sulla data e inoltre che aver utilizzato 10 cancellieri per 20 banchetti era un altro ipotetico falso. Dato che nel 2008 ho curato personalmente, insieme a due avvocati, la presentazione della lista del MoV romano, posso dire che:
DATA SUL MODULO: lo hanno spiegato nell'intervista i due avvocati delegati di lista del M5S che si tratta di un atto a "formazione progressiva". Le sentenze a cui hanno fatto riferimento, ma che non ricordavano, sono la sent. Cons. di Stato, V, 7 novembre 2006, n. 7544 e la sentenza del Cons. di Stato, V, 6 aprile 2007, n. 1553 e la sentenza del TAR 28 giugno 2006, n. 450.